Sardegna sempre meno verde e bacini quasi a secco
Rispetto a vent’anni fa l’Isola ha perso migliaia di ettari di macchia mediterranea. Allarme per le scorte idriche al lumicinoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sempre più scura e arida. L’Isola vista dal satellite sembra la copia bruciata dal sole di quella che era vent’anni fa: le foreste si sono ristrette e il colore dominante nelle pianure, dal Campidano ai terreni dell’Oristanese, è ormai il marrone. Siccità e parassiti delle piante hanno cambiato il colpo d’occhio complessivo della regione: il verde carico e brillante del 2004 si è progressivamente spento, fino ad arrivare a un colore più tendente al giallo, che in certe zone vira quasi sul rame.
Il confronto tra le immagini di Google Earth conferma la situazione drammatica dei boschi sardi. Quel «grave fenomeno di disseccamento e deperimento» che «sta assumendo dimensioni preoccupanti», come si legge nelle prime righe della delibera di Giunta approvata qualche giorno fa per programmare le risorse con cui fronteggiare l’emergenza. Tra i pericoli che minacciano le foreste c’è la “Phytophthora cinnamomi” un “fungo-killer” che rovina le radici e uccide le piante nel giro di poco tempo, la cui diffusione è sempre più preoccupante.
Ma l’Isola è alle prese anche con la siccità, nonostante i temporali di agosto qualche beneficio lo abbiano portato. Ma a parte il ristoro per la terra riarsa, ben poca acqua è arrivata negli invasi. In attesa dell’ultimo bollettino mensile del Distretto idrografico sulle scorte idriche della Sardegna, un’idea la si può ricavare dal report di Enas (l’ente che governa ventotto della quarantina di infrastrutture idriche dell’Isola, le altre sono di Enel e qualcuno, come Olai e Govossai, di Abbanoa) che il 29 agosto registrava un totale di 642 milioni di metri cubi d’acqua, con un grado di riempimento del 44%, assai meno della metà della capienza.
Ulteriori dettagli e approfondimenti negli articoli di Michele Ruffi e Piera Serusi sul quotidiano in edicola e sull’app L’Unione digital.