Sicurezza, rafforzato lo sconto Inail alle imprese virtuose
Il governo valuta un nuovo "bonus malus" per premiare le aziende più sicure e di erogare incentivi per tecnologie innovativePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Meccanismo del “bonus malus” più favorevole alle aziende virtuose sul versante della sicurezza nei luoghi di lavoro. Un sostegno finanziario all’introduzione di nuove tecnologie e di macchinari nelle imprese per ridurre gli infortuni.
Sono alcune delle misure allo studio del governo, nell’ambito del Piano straordinario di interventi per la salute e la sicurezza sul lavoro, oggetto del tavolo tecnico di confronto con associazioni datoriali e sindacati, che si è riunito nella mattina del 9 settembre al ministero del Lavoro, convocato dal ministro Marina Calderone per definire interventi da inserire in un decreto ad hoc o nella legge di Bilancio.
Il pensiero va allo scorso 3 luglio, quando in un videomessaggio la premier Giorgia Meloni, in occasione della presentazione della Relazione annuale dell’Inail, ha fatto riferimento ad una “dote” di 650 milioni di euro da investire in misure - in particolare sul fronte della diffusione della cultura della prevenzione-, risorse che si aggiungono ai 600 milioni già disponibili dei bandi ISI dell’Inail e che hanno portato la presidente del Consiglio a quantificare la somma complessiva disponibile per il 2025 ad oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro. Le aziende che attuano misure efficaci per la prevenzione e tutelano la salute dei lavoratori già possono beneficiare di un taglio del premio assicurativo; l’ipotesi allo studio è quella di rafforzare questo “sconto” per premiare le aziende più virtuose, utilizzando parte dei 650 milioni delle risorse Inail cui ha fatto riferimento la presidente del Consiglio. Per far ciò servirebbe un decreto che autorizzi Inail ad ampliare l’attuale impianto delle tariffe all’interno del meccanismo del “bonus malus”.
Un’altra ipotesi allo studio è quella di mettere a disposizione una quota di risorse Inail per un’operazione straordinaria che serva a sostenere le imprese nell’acquisizione di macchinari o strumenti innovativi, ma anche di sistemi gestionali (ad esempio l’adozione di un modello organizzativo per la salute e sicurezza sul lavoro per ottimizzare i processi), con l’obiettivo di migliorare la sicurezza dei lavoratori. Infine, 50 milioni del bilancio Inail serviranno per la formazione obbligatoria in materia di prevenzione; si sta ragionando del coinvolgimento dei fondi interprofessionali per assicurare una formazione secondo standard di qualità. Su tutto, però, vanno segnalate le preoccupazioni espresse dal Civ dell’Inail sugli interventi di natura finanziaria, non strettamente legati alla mission dell’Istituto, che potrebbero depauperare le risorse annualmente destinate a salute e sicurezza: il riferimento è alla destinazione di circa 580 milioni a Invimit- la società di gestione del risparmio detenuta interamente dal ministero dell’Economia - per operazioni di recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio approvata nella nota di variazione del bilancio dal Cda dell’Istituto nazionale assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, su cui si attende il parere del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto.
L’incontro al ministero è stato anticipato da una riunione tra i tecnici di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil che era stato fissato lo scorso 30 luglio, quando nella foresteria confindustriale di Via Veneto a Roma il presidente Emanuele Orsini e i tre leader Maurizio Landini, Daniela Fumarola e Pierpaolo Bombardieri hanno fissato un’agenda di temi da affrontare, legati all’azione congiunta delle parti sociali (salute e sicurezza, impatto dei dazi, politica industriale, energia, contratti e rappresentanza), stabilendo due nuovi appuntamenti per il 17 e il 30 settembre. L’idea che è alla base di questo calendario di incontri è di arrivare a proposte comuni da sottoporre come parti sociali al governo. Il primo tema in agenda, appunto quello della salute e sicurezza, è stato oggetto del tavolo tecnico.
«Consideriamo il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro come un primo capitolo all’interno di un Patto più ampio delle parti sociali per definire una strategia di ampio respiro», spiega Mattia Pirulli, segretario confederale della Cisl. «Stiamo ragionando dell’attuazione di diversi punti dell’accordo raggiunto nel 2018 - aggiunge Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil - come il ruolo degli organismi paritetici per prevedere requisiti più stringenti a sostegno della qualità. Come sindacato abbiamo posto il tema di voler assicurare la figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza anche nelle piccole imprese prive di rappresentanza sindacale. Sono tutti temi su cui proseguiremo il confronto con Confindustria».
Giorgio Pogliotti
(Estratto da “Norme e tributi Plus Enti Locali & Edilizia”, Il Sole 24 Ore, 9 settembre 2025, in collaborazione con L’Unione Sarda)