La politica del lavoro degli ultimi anni ha posto l’autoimprenditorialità al centro delle strategie di inclusione attiva. Oggi due strumenti strutturali ne delineano la cornice: le misure collegate all’assegno di inclusione (Adi) introdotte dal decreto Lavoro 48/2023 e l’anticipazione della Naspi, prevista dal Dlgs 22/2015. In entrambi i casi, il beneficiario che intenda intraprendere una attività di lavoro autonomo, può avere un aiuto dalla prestazione di sostegno al reddito.

Assegno di inclusione

Con l’Adi e il supporto per la formazione e il lavoro, il legislatore ha introdotto un sistema che valorizza l’avvio di attività autonoma o d’impresa come percorso di emancipazione. Il regime di compatibilità consente di mantenere la prestazione se i redditi derivanti dall’attività intrapresa non superano i 3mila euro annui. In questa fase, il beneficio resta intatto e consente al nucleo familiare di reggere la transizione verso il lavoro autonomo. Il meccanismo è però sorretto da vincoli stringenti: il beneficiario deve comunicare all’Inps l’avvio dell’attività almeno un giorno prima, pena la decadenza, e trasmettere trimestralmente gli incassi effettivi. L’adempimento si svolge tramite il modello «Adi-Com Esteso». Inoltre, per due mensilità successive all’avvio, la prestazione resta invariata, offrendo una sorta di “cuscinetto” economico. A rafforzare il disegno interviene un incentivo aggiuntivo: chi avvia un’attività entro i primi 12 mesi di fruizione dell’Adi riceve un contributo una tantum pari a sei mensilità, fino a un massimo di 3mila euro. Una leva premiale che segna la discontinuità rispetto al precedente impianto normativo.

Naspi anticipata

Accanto alle innovazioni, resta confermata una misura classica: la possibilità di chiedere in un’unica soluzione l’anticipazione della Naspi residua (la nuova assicurazione sociale per l’impiego che spetta al lavoratore in caso di disoccupazione involontaria) per avviare un’attività autonoma o imprenditoriale. Il beneficio riguarda l’apertura di una partita Iva, l’avvio di imprese individuali o agricole, la sottoscrizione di quote di cooperative e società di persone, fino alla costituzione di società unipersonali. La condizione essenziale è che il reddito prodotto rientri fra quelli di impresa o di lavoro autonomo ai fini fiscali. La domanda di anticipazione, che si invia in modalità telematica, deve essere presentata entro 30 giorni dall’avvio dell’attività. L’importo corrisponde al residuo non ancora percepito della prestazione, esclusi gli assegni al nucleo familiare. Resta l’obbligo di restituzione se il beneficiario trova un’occupazione subordinata prima della scadenza teorica della Naspi, con l’unica eccezione del lavoro all’interno della cooperativa oggetto dell’investimento.

Un sistema integrato

La combinazione di Adi e Naspi anticipata delinea un quadro strutturale di incentivi all’autoimpiego: da un lato, un sostegno inclusivo che accompagna i nuclei fragili nella fase di avvio. Dall’altro, un capitale immediato per chi, dalla disoccupazione, sceglie la via autonoma. La logica comune è quella di sostenere il rischio imprenditoriale nelle fasi iniziali, riducendo gli ostacoli finanziari e amministrativi. Per i professionisti e per i consulenti, la sfida sarà ora quella di tradurre queste opportunità in percorsi concreti di accompagnamento, aiutando i beneficiari e le imprese a coniugare inclusione sociale e sviluppo economico.

Barbara Garbelli

(Estratto da “Norme e tributi Plus Fisco”, Il Sole 24 Ore,
6 ottobre 2025, in collaborazione con L’Unione Sarda)

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