Legge sul consenso, Salvini: «Così com’è lascia spazio alle vendette». Roccella: «Si rischia il rovesciamento dell’onere della prova»
Nel giorno in cui il femminicidio diventa reato salta l’accordo sulla violenza sessuale. Nordio: «Solo un rinvio»Per ora resta solo la foto della stretta di mani tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Il consenso «libero e attuale» delle donne - che, se manca, certifica la violenza sessuale, segno dell'accordo bipartisan siglato dalle due leader - dovrà aspettare a diventare legge.
Al Senato, a un passo dall'approvazione definitiva, ieri il centrodestra ha frenato il disegno di legge sulla violenza sessuale rivoluzionato, appunto, dal consenso. Nonostante l'iter accelerato ottenuto (per approdare in Aula oggi senza emendamenti) la maggioranza ha chiesto approfondimenti, ottenendo un breve ciclo di audizioni e rallentando l'iter. Apparentemente non convince la pena per i casi di minore gravità, diminuita non oltre i due terzi. Ma è sull'attualità del consenso che covano i dubbi maggiori.
«Vogliono affossare il provvedimento» è stata invece la lettura delle opposizioni spiazzate dal dietrofront «inspiegabile», con i parlamentari di Pd, M5s, Avs e Iv che hanno lasciato la commissione Giustizia che aveva cominciato a discuterne.
«L'hanno tradito e a questo punto come possiamo credergli? Sono dei voltagabbana», ripete in coro il centrosinistra chiamando in causa la premier che sarebbe stata «smentita dai suoi».
A Palazzo Madama il caos è scoppiato nel pomeriggio tra le pareti della commissione Giustizia presieduta dalla leghista Giulia Bongiorno. Ma la retromarcia aleggiava da un po'. Innescata da chat e mail ricevute dai senatori di maggioranza - è il racconto che ne fanno parecchi parlamentari - da parte di associazioni ed esperti che chiedono se davvero si vuole avvallare il consenso ora dirimente nelle violenze. La legge, come approvata a Montecitorio, nel suo unico articolo prevede il carcere da 6 a 12 anni per chi fa o fa compiere o subire atti sessuali a un'altra persona senza il consenso «libero e attuale».
«Sulla legge sul consenso il rischio è il rovesciamento dell'onere della prova, questo è il dubbio», dice oggi la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella intervistata durante la trasmissione "Ping Pong" su Rai Radio 1. In pratica non sarebbe più lo Stato a dover dimostrare la colpevolezza dell’imputato ma l’imputato a dover dimostrare la sua innocenza. «È meglio prendere più tempo ma approvare - ha aggiunto - una legge convincente. Quello che è emerso dopo l'approvazione alla Camera è una forte perplessità da ambienti importanti: gli avvocati, l'ex presidente delle Camere Penali Caiazza è stato molto duro su questa legge, anche altri hanno sollevato dei dubbi. Perché la legge si farà, perché già c'è. Nel senso che il consenso già c'è, per fortuna perché è un principio sacrosanto, nella nostra giurisprudenza attraverso le sentenze della Cassazione e questo già da anni».
Solo «un rinvio», sottolinea il ministro della Giustizia Carlo Nordio, «fiducioso» che «sicuramente» la norma sarà approvata. «Che cosa sia successo ieri - dice all'ANSA a margine di un incontro - non lo so, è stata una iniziativa dei gruppi parlamentari ma posso dire che è un piccolo slittamento dovuto a dei riferimenti tecnici necessari, quando si interviene su una legge penale anche una virgola può cambiare completamente il significato, quindi bisogna stare estremamente attenti alla tecnica redazionale, questo riguarda un'opera di cesello che non sempre si fa quando una legge viene portata però sul contenuto vi è una unità di consenso».
Il consenso è «assolutamente condivisibile come principio – le parole del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini – ma una legge che lascia troppo spazio alla libera interpretazione del singolo è una legge che rischia di intasare i tribunali e alimentare lo scontro invece di ridurre le violenze. Questa sorta di consenso preliminare, informato e attuale, così come è scritto, lascia lo spazio a vendette personali, da parte di donne e uomini, che senza nessun abuso userebbero una norma vaga per vendette personali che intaserebbero i tribunali».
«Ho già dato il termine per lunedì per indicare gli esperti da audire – ha detto la presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno – Ho chiesto ai gruppi che non vengano sentite persone che non sono esperte, quindi voglio tecnici. In secondo luogo è vietato superare il numero di due per gruppo. Sarà un breve ciclo di audizioni di esperti». E assicura – anche in nome delle sue storiche battaglie per le donne, specie da avvocata - che il ddl andrà avanti sperando di concludere «in poche settimane». «Facciamola meglio e facciamola tutti insieme questa legge. Riconosco che è una proposta portata avanti prima dalla sinistra (l'iniziativa è di Laura Boldrini, ndr) ma l'impegno è farla e migliorarla un po'».
Non è «assolutamente vero che introdurre il concetto di consenso libero ed attuale» nel reato di violenza sessuale «costituisca un'inversione dell'onere della prova», secondo invece il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, magistrato da decenni impegnato nel contrasto alla violenza di genere, anche «perché dovrà essere il pubblico ministero, non la donna, che si limiterà a fare una denuncia, che viene fatta sempre sotto assunzione di responsabilità, a dimostrare che quel rapporto è avvenuto senza un libero consenso». Il tema «è una suggestione, un profondo sbaglio giuridico-processuale e probabilmente, ma questo non sta a me dirlo, può essere una scusa per non approvare una legge di civiltà».
(Unioneonline/D)
