Mentre si conclude la tre giorni del Pd di Matteo Renzi al Lingotto di Torino, parte da Roma la campagna di un altro candidato alla segreteria del partito, l'attuale ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Il convegno si è aperto con l'endorsement del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Siamo qui perché è tempo di cambiare prima che gli elettori cambino la loro scelta".

Orlando e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti

"La condizione per battere la destra è costruire ponti e non mettere paletti", ha detto Orlando nel suo intervento, invocando una "alleanza larga", ma spostata a sinistra. Aggiungendo: "Basta inseguire la destra, sarebbe un dramma".

"Non vogliamo leader isolati e solitari. Mi ha fatto male vedere compagni che se ne sono andati, ma mi ha fatto più male vedere che c'è qualcuno che ha tirato un sospiro di sollievo", ha aggiunto tra l'ovazione del pubblico del teatro Eliseo.

LA LEGGE ELETTORALE - Il ministro ha poi parlato della legge elettorale e del sistema maggioritario. "Continuiamo a dire Mattarellum quando tutti ci hanno detto di no, da destra a sinistra".

La vocazione maggioritaria, ha aggiunto, va difesa ma costruendo "un partito che sia riferimento di un pluralismo politico che continua a vivere e che produca contaminazione. Andiamo al confronto con le altre forze politiche portando proposte di riforma elettorale. La migliore non è detto che sia la nostra, la migliore è quella che saprà introdurre un po' di premio di governabilità".

Se diventerà segretario, ha concluso Orlando, "mi dimetterò da ministro".
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