"Teniamo lo sguardo dritto all'orizzonte ma anche sul quotidiano intorno a noi. Il nostro partito non ha paura della leadership. Il Napoli non ha avuto paura di prendere Maradona. Certo, vengono prima i valori, ma senza Maradona non si vince".

Con queste parole il ministro Graziano Delrio ha introdotto l’intervento di chiusura della kermesse al Lingotto di Matteo Renzi, l’evento pensato per rilanciare la candidatura dell'ex premier alla guida del Pd.

Ex premier che parte subito combattivo, "senza fare polemiche con nessuno, men che meno con i nostri compagni di strada", ha detto. "Noi dobbiamo avere uno sguardo alto sul mondo, combattere per i diritti delle donne, dei più deboli, e in questi anni l’Italia ha riscoperto la centralità di questi temi".

Poi, un pensiero all’Europa, luogo in cui "ognuno può portare valori di pace e giustizia, perché essere di sinistra non vuol dire rincorrere i totem del passato, non basta salire sul palco col pugno alzato cantando ‘Bandiera rossa’. È un’immagine da macchietta. La politica non si fa con l’amarcord", ha aggiunto.

"QUALCUNO HA CERCATO DI DISTRUGGERE IL PD" - Questo l'affondo dell'ex premier contro i suoi avversari giudicati "nostalgici". Affondo che è continuato: "Oggettivamente qualcuno ha cercato di distruggere il Pd, perché c'era una debolezza della leadership, la mia. Qualcuno non si è reso conto che però c'è una solidità e una forza che esprime comunità del Pd indipendentemente dalla forza della leadership. Si mettano il cuore in pace, questa è la nostra storia e vostra storia. Noi quando abbiamo perso siamo rimasti senza scappare, senza scinderci, senza fare i fuoriusciti. Perché si può perdere, ma non perdersi".

"DALLA PARTE DELLA RAGGI" - "Noi siamo garantisti e quindi siamo vicini a Virginia Raggi, che è stata indagata, perché stiamo dalla parte della giustizia e perché il garantismo vale per tutti e non a giorni alterni. Ma vorrei fare un sommesso appello agli amici parlamentari 5 Stelle che hanno detto parole infami su alcuni di noi in questi giorni. Date una dimostrazione coerente del vostro rispetto per la giustizia, rinunciate all'immunità e prendetevi le nostre querele e vi aspettiamo - con affetto - in tribunale".

Un'accusa che il 5 Stelle Luigi Di Maio ha rimandato al mittente con un tweet a sua volta provocatorio: "Noi mai usato immunità. Voi avete problemi a farvi giudicare infatti state provando a imboscare intercettazioni e avvisi di garanzia".

SALVINI E DE MAGISTRIS - Poi Renzi ha toccato il capitolo Napoli, dopo gli incidenti di ieri: "Noi stiamo dalla parte del parlamentare e del suo diritto di parlare, anche e soprattutto se si chiama Matteo Salvini", ha detto. "Lo sconfiggeremo alle elezioni, non impedendogli di parlare". Poi, attaccando il sindaco partenopeo Luigi de Magistris: "Non possiamo fare alleanze con chi non accetta il principio della legalità in questo Paese. Quando un sindaco si schiera dalla parte di quelli che cercano di sfasciare la sua città non è da partito democratico, non si sfascia Napoli per un principio ideologico".

RENZI CITA UNA CANZONE DI BRUNORI SAS - VIDEO:

LA GIORNATA - Quella di oggi è la terza e ultima giornata al Lingotto di Torino per la convention del Partito democratico "Tornare a casa per ripartire insieme". Un evento che ha visto tra i relatori l'eurodeputata Cecile Kyenge, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, il deputato Matteo Richetti, l'ex sindaco di Torino Piero Fassino, oltre al ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, e il sottosegretario Tommaso Nannicini.

Anche il premier Paolo Gentiloni ha voluto far sentire la sua vicinanza con un messaggio su Twitter: "Oggi al #lingotto17 con @matteorenzi. Più forza al Pd per il futuro dell'Italia", ha scritto. Il primo ministro è arrivato a Torino in tempo per presenziare al discorso di Matteo Renzi, previsto per l'ora di pranzo. Gentiloni non parlerà, ma è in platea insieme al ministro dello Sport Luca Lotti.

PAROLA AI PROTAGONISTI - "Sostengo Matteo Renzi perché sono un uomo di sinistra, e mai come in questo momento c'è bisogno di sinistra non nostalgica". Così il capogruppo del Pse al Parlamento europeo, Gianni Pittella, nel suo intervento. "È un uomo del cambiamento e delle riforme, quelle realizzate e quelle vanificate, ma voglio più sinistra dentro il Pd e quindi bene il ticket con Maurizio Martina".

INVESTIMENTI PER LA SCUOLA - Il ministro dell'istruzione Valeria Fedeli ha invece posto l'accento sulla scuola: "Questa è la sinistra riformista di governo, ma noi per fare questo dobbiamo essere lucidi e convincenti", ha detto per poi aggiungere: "Io chiedo al Partito democratico di raddoppiare in 5 anni gli investimenti per la scuola, l'università e la ricerca aprendo un fronte con l'Europa per destinare questi investimenti fuori da ogni limite".

"SALVINI? ISTIGAZIONE ALL'ODIO" - Cecile Kyenge ha invece parlato di Salvini e di ciò che è accaduto ieri a Napoli, così come aveva fatto il presidente della Campania Vincenzo De Luca: "Salvini ha il diritto di presentare la sua proposta dove e come vuole, ma noi abbiamo il dovere di chiamarla con il suo nome: istigazione all'odio", ha detto. "Li andremo a prendere casa per casa, dice Salvini. Sono parole che hanno un significato nella storia europea".

"LA SINISTRA SIAMO NOI" - "Sinistra è una parola che si porta dentro passato e guarda al futuro. La sinistra non può essere chiusa in una minoranza, in una mozione. La sinistra siamo noi, la sinistra è il Partito Democratico. Non accettiamo che nessuno ci dica cos'è sinistra", ha detto sul palco Matteo Orfini, presidente del Pd. "Ci sono forze in questo Paese che vorrebbero la fine del Pd", la chiosa. "Qualcuno se n'è andato e se ne sono andati da dirigenti del Pd diventando commentatori sul Pd. E rivolgo a loro un pensiero affettuoso, come quando ci si lascia. Se uno continua a parlare sempre dell'altro vuol dire che gli manchiamo, che hanno nostalgia".

ATTACCO A D'ALEMA - "Il compito della mia generazione è portare la sinistra italiana al governo. Sapete chi lo ha detto? Massimo D'Alema...", ha ripreso la vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani, rivendicando che il Pd "è la vera sinistra" e "io - ha aggiunto - non mi faccio dare nessuna lezione da chi ha ucciso l'Ulivo".

"VIOLENZA CONFINE NON VALICABILE" - Tra gli interventi più attesi, quello del ministro dell'Interno Marco Minniti, che all'indomani del caos di Napoli, ha affermato con forza che "democrazia vuol dire che anche l'avversario più radicale può esprimere le proprie opinioni. Ieri è stato un momento chiave della nostra democrazia: c'è un confine non valicabile che è la violenza. Praticare la violenza è contro le nostre libertà".

Intanto a Roma è partita la campagna dell'altro candidato alla segreteria Pd, il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

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