C’è indubbiamente il marchio di Roberto Mancini sulla Nazionale che ha staccato il biglietto per la final 4 di Wembley. Se gli fossero una festa da ballo, la posizione raggiunta dagli Azzurri sarebbe il privé, la sala riservata ai vip del pallone, alla quale hanno avuto accesso anche i tre volte campioni continentali della Spagna. Li sfideremo martedì alle 21 a Londra ma intanto ieri proprio la squadra di Luis Enrique ci ha dato una conferma indiretta della qualità del gioco azzurro, faticando oltre il lecito contro la Svizzera ridotta in dieci e piegata soltanto ai calci di rigore. Sì, quella Svizzera che, dopo il 3-0 incassato all’Olimpico, era stata frettolosamente etichettata come una squadra di modestissimo valore. Un po’ come la Repubblica Ceca, superata 4-0 in amichevole dagli Azzurri, che alle 18 contenderà alla Danimarca un posto in semifinale contro Inghilterra o Ucraina.

L’Italia può godersi queste sfide in pieno relax, pensando alla prossima sfida. Mancini ha sinora premiato la scelta della Federcalcio, che aveva individuato in lui l’uomo giusto per riportare in alto l’Italia dopo la disastrosa gestione Ventura, ma non vuole certo fermarsi qui. Ha ridato identità e gioco agli Azzurri (chiedere al Belgio, dominato proprio nel gioco, per conferma), entusiasmo ai tifosi che ieri sono scesi in strada a festeggiare, segno che l’impresa non era scontata, e unità all’Italia pallonara, dalle Alpi alla Sicilia. Anzi, alla Sardegna, visto che ieri è arrivata la prima rete sarda nella storia della fase finale dell’Europeo, grazie a Nicolò Barella. Un timbro del quale sentivamo la mancanza. 

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