L'ex agente di Minneapolis Derek Chauvin, sotto processo a Minneapolis per la morte di George Floyd, tenne il suo ginocchio premuto sul collo del 46enne afroamericano - divenuto uno dei simboli del movimento Black Lives Matter per denunciare la brutalità della polizia - per 9 minuti e 29 secondi, non 8 minuti e 46 secondi come finora emerso.

A stabilire la nuova tempistica l'accusa: come emerge dai drammatici video della morte di Floyd, 4 minuti e 45 secondi sono quelli in cui la vittima implora di mollare la stretta affermando di non poter respirare, 53 secondi sono quelli in cui Floyd si agita e scalcia ormai senza più respiro e 3 minuti e 51 secondi quelli in cui la vittima è ormai esanime ma il poliziotto continua a tenere il ginocchio premuto sul suo collo.

Il processo è uno dei casi di più alto profilo contro la polizia violenta dal 1991, ovvero da quando l'afroamericano Rodney King fu brutalmente picchiato da quattro agenti a Los Angeles. Da allora diversi afroamericani sono morti nelle mani della polizia e gli agenti responsabili il più delle volte non sono stati condannati, come nei casi di Eric Garner, Breonna Taylor e Daniel Prude.

Ora è la volta di Chauvin, ex veterano del dipartimento di polizia di Minneapolis.

(Unioneonline/F)
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