Manchester, arrestati i fratelli e il padre del kamikaze: "Siamo dell'Isis"
"È vero, siamo dell'Isis, e so cosa voleva fare Abedi".
Sarebbero queste le parole di Hashem, fratello minore del terrorista di Manchester, che lo scorso lunedì si è fatto esplodere al concerto di Ariana Grande uccidendo 22 persone e ferendone decine.
Oggi il ventenne è stato arrestato in Libia, Paese d'origine dell'attentatore (noto ai servizi segreti britannici), assieme al padre Ramadan. E a Manchester è stato fermato l'altro fratello, Ismail, di 23 anni.
Stando alle prime informazioni sembra che Abedi facesse parte di una rete, e alcuni presunti appartenenti a questo network (quattro persone) sono stati arrestati nel pomeriggio, in un blitz delle forze dell'ordine nella periferia sud della città inglese.
Arrestata anche una donna, nel corso di un bltiz a Blackley, a nord della città inglese.
LIVELLO "CRITICO" - Il premier Theresa May ha alzato al massimo il livello d'allerta, che è "critico", ossia con rischio di attentati imminenti.
"C'è la possibilità che un gruppo più ampio di individui sia stato coinvolto nell'attentato", ha spiegato l'inquilina di Downing Street.
Sono 3.800 i militari dispiegati nelle strade del Paese: il Parlamento inglese, le ambasciate e Downing Street sono vigilate dall'esercito.
LE VITTIME - Intanto è stata diffusa l'identità di altre vittime. Oltre a Saffie, Georgina e John, di 8, 18 e 26 anni, c'è un'altra giovanissima, la 15enne Olivia Campbell, poi Kelly Brewster, di 32 anni. E ancora: Martyn Hett, 29 anni, Jane Tweddle-Taylor, di anni 52, la 14enne Nell Jones.
Nell'attentato sono rimasti uccisi anche due polacchi, ha reso noto il ministero degli Esteri di Varsavia: Marcin e Angelica Klis, 42 e 40 anni, che aspettavano i figli all'uscita dal concerto. E poi Alison Howe, 45 anni, e Lisa Lees, 47, anche loro in attesa dei figli.
Infine due agenti di polizia.
LE INDISCREZIONI DEGLI USA - Intanto Londra si mostra sempre più stizzita nei confronti dell'alleato statunitense, che sta diffondendo molte informazioni sull'attentato: "È irritante se le informazioni che noi non diffondiamo per proteggere l'integrità dell'inchiesta vengono diffuse da altre fonti: sono stato molto chiaro con i nostri amici, non deve accadere di nuovo", ha detto il ministro degli Interni inglese Amber Rudd.