E’ stato chiesto un riscatto di 500mila dollari per il rilascio dell’ingegnere italiano Vanni Calì, rapito ieri ad Haiti. E’ quanto si apprende da fonti che seguono la vicenda.

Calì si trovava nel Paese caraibico per conto dell'azienda Bonifica, impegnata nella costruzione di strade. E’ stato prelevato direttamente dal cantiere in cui era andato ad effettuare un sopralluogo.

Catanese di 74 anni, è stato assessore ai Lavori Pubblici della provincia di Catania dal 1995, quando alla guida c’era l’attuale governatore Nello Musumeci. Poi è stato mobility manager dello stesso Ente e anche sub commissario per l’emergenza durante la violenta eruzione dell'Etna del 2002.

Laureato a Catania, si è poi specializzato al Politecnico di Torino. Ha alternato ruoli professionali in aziende (è stato dirigente della Cogei e capo missione in Togo per la Staim) a incarichi dirigenziali.

Alla Provincia l'ingegnere Calì è stato dirigente (Pianificazione territoriale, Protezione civile e Trasporti) per un decennio, fino al 2011. Prima di tornare in campo da "professionista imprenditore", come ama definirsi, con una società di costruzioni specializzata in lavori all'estero.

La famiglia è chiusa in un comprensibile silenzio.

Parla invece chi lo ha conosciuto. "Spero in una soluzione rapida e serena per tutti, soprattutto per lui, per la sua famiglia e per i suoi amici", afferma Musumeci, parlando di “un grande assessore e un ottimo dirigente”.

"Conosco da parecchi anni Vanni Calì, il suo signorile tratto umano e la grande competenza professionale. Quello di cui è vittima è un episodio che lascia sgomenti per cui auspichiamo una rapida soluzione, affinché il professionista, molto noto a Catania, possa presto riabbracciare i suoi familiari comprensibilmente angosciati e rasserenare i tanti suoi amici, preoccupati da questa incresciosa vicenda", dichiara il sindaco di Catania Salvo Pogliese.

(Unioneonline/L)

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