La pandemia sta rialzando la testa. La situazione è ancora tranquilla, soprattutto sul fronte ospedaliero, ma i parametri sono in peggioramento.

Soprattutto sul fronte contagi, che ieri dopo diverso tempo hanno superato quota 4mila, trainati anche dal record di tamponi dovuto all’obbligo di Green pass sul luogo di lavoro.

Nessun grosso allarme ma è vietato abbassare la guardia, insomma. E bisogna tornare a correre con le vaccinazioni. Intanto proteggendo i fragili con le terze dosi che irrobustiscono notevolmente la difesa immunitaria.

Di qui l’appello di Roberto Speranza: “Ci si può vaccinare con la terza dose a partire dai 60 anni in su. Il nostro invito perciò è rivolto a tutti, ad iniziare dal personale sanitario, dalle Rsa, ma in generale a tutte le persone che hanno più di 60 anni per le quali siano passati almeno sei mesi dal completamento del ciclo. È un passaggio fondamentale per proteggerci ancora meglio”.

"Nessun problema di scorte – precisa il ministro della Salute -, le dosi ci sono e siamo in grado di assicurare a tutti la terza dose”.

E si va, decisione ancora non presa ufficialmente ma che è ormai nell’aria, verso una terza dose per tutti i cittadini. Dop la presa di posizione di numerosi esperti in ambito medico e scientifico, ieri ne ha parlato anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, fissando anche le tappe.

"Sarà data precedenza a chi ha fatto il vaccino monodose Johnson & Johnson, che avrà bisogno di un richiamo in tempi brevi”, ha spiegato.

Entro l’anno “si procederà a somministrare la terza dose per anziani e personale sanitario”, poi da gennaio toccherà “al resto della popolazione, scaglionando in base a quando sono state somministrate la prima e la seconda".

Sileri auspica inoltre che la scelta sulla terza dose “sia condivisa da tutta Europa, considerando il boom di contagi in alcuni paesi europei", dove insieme ai casi "aumenta il rischio che si diffondano nuove varianti".

(Unioneonline/L)

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