Due testimonianze che potrebbero risolvere il caso di Saman Abbas, la 18enne d'origine pachistana scomparsa da un mese da Novellara, nella Bassa Reggiana, che si presume essere stata ammazzata per il suo no ad un matrimonio combinato dalla famiglia.

La Procura di Reggio Emilia, dopo aver ottenuto l'ok all'estradizione, attende l'arrivo in Italia del 28enne Ikram Ijaz, cugino di Saman, arrestato domenica a Nimes, in Francia mentre tentava di raggiungere alcuni parenti in Spagna. Lui - assieme ad un altro cugino e allo zio - è tra i protagonisti del video delle telecamere di sorveglianza nei pressi dell'abitazione, uno dei primi elementi acquisiti dagli inquirenti per avvalorare l'ipotesi dell'omicidio

Le immagini, che risalgono al 29 aprile scorso, ritraggono i tre - tutti indagati - mentre con due pale, un secchio contenente un sacchetto azzurro e un piede di porco, si allontanano nei campi per poi fare ritorno due ore dopo. Il giorno successivo poi, l'ultimo avvistamento, sempre da un filmato, di Saman, in compagnia dei genitori Shabbar, 46 anni e Nazia Shaheen, 47 anni, indagati anch'essi e ora ricercati dopo il rientro improvviso e senza preavvisi (neppure al datore di lavoro di lui) in patria. Padre e madre, stando alle ricostruzioni investigative ipotizzate, avrebbero condotto Saman dallo zio in campagna proprio il 30 aprile. E qui i carabinieri sono convinti che sia stata uccisa. L'esecutore materiale sarebbe lo zio Danish Hasnain, 33 anni. Dettaglio che avrebbe rivelato un minorenne vicino alla comunità pachistana che attualmente si trova sotto protezione in una struttura del bolognese, in attesa di essere interrogato sotto forma di audizione protetta.

Il sostituto procuratore vorrebbe prima ascoltare il cugino Ikram (anche se tramite l'avvocato d'ufficio francese ha detto di non sapere nulla di questa storia e che si trovasse già fuori dall'Italia il presunto giorno del delitto) perché essendo uno dei protagonisti del video con le pale, potrebbe confessare dove il presunto cadavere sia stato occultato o perlomeno dare indicazioni più precise.

Intanto le ricerche sono riprese con l'ausilio dei cani molecolari delle unità cinofile, ma la zona agricola - tra serre, pozzi, porcilaie e canali d'irrigazione - è troppo ampia per essere setacciata minuziosamente in poco tempo.

Il testimone minorenne non sarebbe a conoscenza del luogo in cui potrebbe essere stato gettato il cadavere, in quanto non avrebbe assistito all'omicidio. Ma le sue parole potrebbero confermare le motivazioni del delitto, ossìa il rifiuto da parte della ragazza alle nozze forzate organizzate dalla famiglia in Pakistan. Motivo per cui Saman aveva denunciato i genitori, trascorrendo cinque mesi in una comunità.

IL FIDANZATO SEGRETO – Ad aggiungere un'ulteriore tessera del puzzle anche il fidanzato "segreto", un connazionale che vive fuori regione. È stato già ascoltato dai carabinieri ai quali ha raccontato della loro relazione non accettata dalla famiglia di lei.

Saman era ritornata a casa l'11 aprile dalla comunità. Forse per prendere le sue cose e andare via liberamente con l'uomo che amava. A questo punto, la famiglia Abbas - secondo gli inquirenti - per evitare il "disonore", avrebbe deciso di ammazzarla. E poi di fuggire.

(Unioneonline/L)

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