"La preoccupazione era il blocco della funivia. Stavamo studiando quale poteva essere la soluzione per risolvere il problema" al sistema frenante di sicurezza.

E’ quel che avrebbe detto durante l’interrogatorio della scorsa notte Gabriele Tadini, il responsabile del funzionamento della funivia del Mottarone, uno dei tre fermati per l'incidente di domenica scorsa nel quale sono morte 14 persone. Tadini ha parlato per almeno 4 ore e ha riempito, come è stato riferito, parecchie pagine di verbale. 

"Quella cabina aveva problemi da un mese o un mese e mezzo" e per cercare di risolverli sono

stati effettuati "almeno due interventi tecnici".

Tra i fermato c’è anche Luigi Nerini, proprietario della società che gestisce l'impianto, la Ferrovie Mottarone srl.

"La cabina precipitata – secondo l’analisi dei referti - presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso". Per gli inquirenti, il “forchettone”, ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainante, non è stato rimosso. Un "gesto materialmente consapevole", per "evitare disservizi e blocchi della funivia", che da quando aveva ripreso servizio, presentava "anomalie".

Interventi tecnici, per rimediare ai disservizi, erano stati "richiesti ed effettuati", uno il 3 maggio, ma "non erano stati risolutivi e si è pensato di rimediare". Così, "nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo, si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l'esito fatale", sottolinea il procuratore.

E presto potrebbero arrivare nuovi indagati: gli inquirenti stanno infatti valutando la posizione di altre persone anche in vista della consulenza tecnica che verrà disposta con la forma dell'accertamento irripetibile.

Il legale di Gabriele Tadini ha intanto affermato che il suo assistito è “sereno, ed essendo un cattolico fervente sta cercando conforto nella fede”.

"Sono andato a trovarlo in carcere - ha spiegato - e mi ha raccontato del fatto. Sono in attesa di

avere accesso al fascicolo per leggere gli atti e studiare una linea difensiva". 

(Unioneonline/L)

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