La fuga di gas alla base dell’esplosione avvenuta ieri sera a Ravanusa, nell’Agrigentino, è ancora l’ipotesi più probabile per il crollo della palazzina di quattro piani di via Galilei. L’ultimo bilancio parla di tre morti – Pietro Carmina, Enza Zagarro e Liliana Minacori – e non quattro come comunicato in un primo momento dalla Protezione civile. Mentre Rosa Carmina e Giuseppina Montana sono state estratte vive. Sei ancora i dispersi.

La deflagrazione potrebbe essere stata innescata dall’ascensore, hanno spiegato i Vigili del fuoco che insieme alla Protezione civile e alle forze dell’ordine stanno ancora cercando di recuperare i sopravvissuti in quello che è stato definito “uno scenario di guerra”. Gli inquilini tratti in salvo parlavano con i soccorritori da sotto i cumuli di masserizie e una volta individuati sono stati soccorsi. Anche altri immobili sono rimasti danneggiati.

Sulla tragedia è stata aperta un’inchiesta, ma l’urgenza è ora quella di scavare senza sosta.

Il gas si pensa abbia saturato il sottosuolo forse per la rottura di un tubo provocata dal maltempo, per Italgas però pochi giorni fa i controlli sono stati fatti e non è stata rilevata alcuna perdita. Si tratta di un impianto che ha almeno dieci anni e quella interessata è una zona soggetta a frane e smottamenti.

"Ho avuto mandato dal presidente Mario Draghi di informarlo puntualmente – ha detto il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio in una conferenza stampa a Ravanusa -. Nessuno sarà lasciato solo. Dobbiamo fare di tutto per salvare vite e restituire alle famiglie i propri cari". I soccorsi "sono ancora in atto - ha aggiunto - e dunque è prematura qualsiasi considerazione sulle cause. Ci sono sopralluoghi in corso ma la priorità è trovare i dispersi".

(Unioneonline/s.s.) 

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