Si è svolta questa mattina a Torino l’udienza di convalida per Luigi Oste, il 62enne sospettato per l’omicidio di Massimo Melis, il 52enne operatore della Croce Verde sardo ucciso il primo novembre con un colpo di revolver alla testa nella sua auto nel capoluogo piemontese.

Il giudice si è riservato la decisione che depositerà domani. Il pm Chiara Canepa, che ha coordinato le indagini della Squadra mobile, ha chiesto le misure cautelari in carcere.

Luigi Oste si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il suo avvocato, Salvo Lo Greco, ha chiesto la scarcerazione in quanto non sussiste il pericolo di fuga, visto che l'uomo è stato arrestato nel bar in cui lavorava, l'Angelo Azzurro, e che dopo l'omicidio non si è mosso dal suo appartamento, che si trova sopra il locale. 

La svolta nelle indagini è arrivata a poche ore dal funerale di Melis. Oste è di origini siciliane ma residente a Torino nel quartiere Barriera di Milano, lo stesso in cui si è consumato il delitto.

Secondo gli inquirenti sarebbe stato lui a sparare un colpo di pistola alla tempia sinistra dell'operatore della Croce Verde mentre si trovava sulla auto dopo avere accompagnato a casa un'amica.

Luigi Oste è stato prima ascoltato come persona informata sui fatti, poi, dopo aver fornito risposte evasive, ha chiesto di essere assistito da un avvocato. Durante l'interrogatorio di questa notte si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Imprenditore edile, pregiudicato con condanne per reati contro il patrimonio e spaccio di stupefacenti, arrestato nel giugno scorso per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, gli investigatori sono arrivati a lui dopo aver acquisito un frame delle telecamere di sorveglianza della zona.

Non ci sono immagini del luogo in cui Melis è stato freddato nella sua Fiat Punto, ma la presenza del 62enne nei dintorni è stata registrata intorno alle 21, l’ora del delitto. Presenza che risulta anche dai tabulati e dalle celle telefoniche.

La pista più seguita dalla Squadra Mobile portava alle conoscenze di Patrizia, ex fidanzata di Melis con cui la vittima aveva consolidato un rapporto d’amicizia e aveva ripreso a frequentarsi.

La sera del delitto la vittima l’aveva accompagnata a casa dopo aver fatto la spesa con lei, il giorno dopo Patrizia aveva trovato il cadavere dell’amico nello stesso posto in cui lui aveva parcheggiato l’auto la sera prima.

A pochi metri dai palazzoni di via Gottardo, il killer - è la ricostruzione degli investigatori - ha aperto la portiera dell'auto e, da distanza ravvicinata, ha premuto il grilletto di un revolver calibro 38, arma che non è stata ancora ritrovata. Poi, richiusa la portiera, si è allontanato.

Fin da subito Patrizia aveva raccontato agli investigatori che c'era un cliente del bar del papà Alessandro, dove lei lavora, che da quest'estate le "faceva la corte”, scambiando le sue cortesie per un interessamento. La cercava, l'aveva invitata ad uscire e le rivolgeva attenzioni che Patrizia aveva respinto.

Ma Oste – questa l’ipotesi di chi indaga - avrebbe visto in Melis, che conosceva, un rivale.

(Unioneonline/L)

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