È morto senza conoscere la verità sulla morte della figlia, massacrata e gettata dentro un pozzo nel 1989 a Punt'e Trettu, nelle campagne di San Giovanni Suergiu. Gisello Orrù aveva 77 anni. Il suo cuore ha cessato di battere ieri a Pordenone, la città friulana dove si era stabilito tanti anni fa.

Il suo nome e quello della figlia Gisella sono legati a una brutta storia di cronaca nera che negli anni Ottanta aveva sconvolto tutta l'Isola e della quale si parla ancora oggi a distanza di 35 anni dalla tragedia. Una storia di violenza e di misteri mai chiariti.

Gisello Orrù aveva lasciato Carbonia tanti anni fa. Si era trasferito in Friuli. A Pordenone, dopo aver svolto diversi lavori, negli ultimi anni a causa delle condizioni di salute precarie aveva trovato impiego come guardiano in una casa di riposo. «Abbiamo appreso che era morto da una telefonata. Ci ha informato Tiziana, la sorella di Gisella che vive anche lei in Friuli», racconta la sorella Clorinda.

La donna qualche mese fa, nel 35esimo anniversario della morta della ragazza, auspicava una nuova indagine sulla vicenda. «Perché quanto accadde in quei giorni non è mai stato rivelato davvero e il nostro appello, oggi come allora, non è cambiato: chi sa parli». 

Ulteriori dettagli nell’articolo su L’Unione Sarda in edicola e sull’app

© Riproduzione riservata