Ignorato il mandato della Cpi, l’Italia blocca gli arresti di Putin e Netanyahu
Nordio non ha mai trasmesso gli atti per i mandati d’arresto emessi per il presidente russo e il premier israeliano. Attriti tra Roma e L’AiaCarlo Nordio (Ansa)
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Tra le ragioni che avrebbero spinto il presidente russo Vladimir Putin a non venire ai funerali del Papa ci sarebbe anche il timore di poter essere arrestato a causa del mandato d'arresto emesso dalla Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità commessi in Ucraina.
Ma il mandato in Italia non ha efficacia in questo momento perché il ministro della Giustizia Carlo Nordio non ha mai trasmesso gli atti alla Corte d'appello di Roma. Una situazione che avrebbe determinato un attrito tra Roma e l'Aia,secondo quanto scrive il Corriere della Sera.
Si tratta di una vicenda analoga a quanto accaduto con il presunto assassino e torturatore libico Almasri: anche in quel caso, dopo il fermo ritenuto irrituale dai giudici, il ministero decise di non trasmettere la documentazione al tribunale causandone, di fatto, la scarcerazione.
Quella su Putin sarebbe una scelta politica, come quella che rende analogamente inefficace il mandato di arresto contro il capo del governo israeliano Benjamin Netanyahu, accusato per i crimini di guerra commessi a Gaza.
«Su di lui – scrive il Corriere – il governo italiano ha lasciato intendere in maniera esplicita di considerare i capi di Stato e di governo tutelati da un'immunità che li preserva da azioni giudiziarie almeno finché sono in carica, e lo stesso ragionamento potrebbe valere con Putin. Una valutazione contestata dai giudici della Cpi, che non la ritengono applicabile per i crimini di guerra o contro l'umanità, così come per il genocidio».
(Unioneonline)