Humanity: “La nave non lascerà Catania”. L’ong studia il ricorso al Tar
Le contestazioni riguardano lo sbarco disposto dalle autorità italiane considerato “selettivo e parziale”. Sono ancora 35 le persone rimaste sull’imbarcazioneI legali dell’ong Sos Humanity sono pronti a presentare un ricorso al Tar di Catania in relazione alla nave Humanity 1 che, carica di migranti, ha attraccato al porto etneo. A 35 di questi non è stato concesso lo sbarco – mentre gli altri 144, tra i quali donne, bambini e fragili, sono stati accolti dalle strutture della zona –, con le disposizioni impartite al capitano Joachim Ebeling di lasciare la banchina. Lui invece ha risposto annunciando: “Rimarrò a Catania assieme ai sopravvissuti finché non saranno sbarcati". "Non posso lasciare il porto di Catania - ha spiegato Ebeling parlando con i giornalisti - dobbiamo trovare una soluzione qui. Sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale. I naufraghi rimasti a bordo sono in uno stato depressivo e di apatia, siamo profondamente preoccupati per la loro salute mentale. È difficile riuscire a spiegare loro quello che sta succedendo ed è qualcosa che io stesso non riesco a capire perché è contro le leggi".
La ong contesta in particolare il fatto che "lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane”, non sia da considerarsi “legale secondo le convenzioni di diritto marittimo" e ricorda che "il governo dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida sul Trattamento delle Persone Soccorse in Mare".
(Unioneonline/s.s.)