È scoppiato a piangere in aula Alberto Genovese, uscito con gli occhi gonfi al termine dell’udienza dedicata per ore al suo interrogatorio.

Abusavo di droghe, non controllavo più la realtà e ho capito solo dopo, riguardando quei video, che la ragazza aveva manifestato il suo dissenso”, ha detto l’ormai ex imprenditore del web a processo per due casi di stupro ai danni di altrettante modelle avvenuti a Milano e Ibiza tra luglio e ottobre 2020.

Così davanti al gup Chiara Valori ha cercato di giustificare il suo comportamento nei confronti della 18enne nell'attico di lusso Terrazza Sentimento, tutto in linea con una consulenza difensiva che ha parlato di un vizio di mente dovuto all'uso massiccio di stupefacenti.

Mi spiace per ciò che ho fatto e ora voglio cambiare vita”, ha detto. Altra giustificazione che ha voluto utilizzare, tutti coloro che andavano ai party ben sapevano che il tema fosse “sesso e cocaina”.

“INCAPACE DI INTENDERE E VOLERE”

Poco prima la psicologa Chiara Pigni, consulente dei difensori Luigi Isolabella e Davide Ferrari, sentita come teste ha chiarito che i disturbi della personalità di Genovese, che hanno comportato per lui difficoltà nelle relazioni sociali e affettive, lo hanno portato a rifugiarsi prima nell'alcol e poi nella cocaina.

Agli atti c’è una relazione difensiva in cui si sostiene che la capacità di intendere e volere di Genovese, un nerd diventato mister 200 milioni di euro era “al momento dei fatti quantomeno grandemente scemata”. Perché “l’alterazione cognitiva dovuta all’abuso di stupefacenti gli ha impedito di discernere i confini tra il consenso iniziale e il successivo venir meno”. Insomma, “non ha saputo comprendere quando fosse il momento opportuno di fermarsi" con la 18enne, che fu violentata per diverse ore il 10 ottobre 2020.

Tutti elementi ripetuti dall’imputato, che ha detto di non ricordare molto di quella lunghissima notte e che solo dopo aver visto i filmati delle telecamere della sua camera ha capito che la ragazza gli aveva chiesto di smetterla. “Allora avevo percepito i suoi no come parte di una contrattazione economica, tanto che aveva bruciato i soldi che le ho dato”.

LO STUPRO DI IBIZA

Sul caso di Ibiza ci sono testimonianze e non immagini, l'ex fondatore di start up digitali si è difeso parlando di “rapporti consenzienti”, ma dicendo anche di aver compreso che lei stava molto male quella sera solo ora che è in comunità, ai domiciliari.

SENTENZA A SETTEMBRE

Le prossime tappe del processo: il 7 luglio parola all'aggiunto Mannella e ai pm Stagnaro e Filippini e alle parti civili, il 18 luglio l'intervento della difesa e il 19 settembre il verdetto. 

(Unioneonline/L)

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