Potremmo essere di fronte a una clamorosa svolta sul caso del delitto di Garlasco. Alle prime luci dell’alba è scattato un blitz di carabinieri e Guardia di Finanza a casa di alcuni parenti di Andrea Sempio e nelle abitazioni di ex investigatori e inquirenti che parteciparono alle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi. L’ipotesi è che l’ex procuratore di Pavia fu corrotto per scagionare Sempio.

Nove le persone perquisite. Giuseppe e Daniela Ferrari, genitori di Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta, lo stesso Andrea Sempio, tre zii paterni di Sempio. E ancora: due ex carabinieri in attività nel 2017, che lavoravano nella sezione di Polizia giudiziaria del Tribunale pavese, l'ex maresciallo Giuseppe Spoto e l'ex luogotenente Silvio Sapone. Infine, l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, che per due volte ha archiviato l’indagine su Sempio.

Le perquisizioni hanno riguardato pure «i luoghi di dimora anche occasionale, pertinenze e autoveicoli» delle nove persone, nonché i loro «pc, smartphone, tablet e ogni altro supporto di archiviazione di dati».

L’ex procuratore, oggi presidente del Cda del casinò di Campione d’Italia è indagato per corruzione in atti giudiziari dalla Procura di Brescia. A quanto si apprende, gli investigatori sarebbero a caccia di prove dei flussi di denaro che dimostrerebbero la presunta corruzione.

Mario Venditti (Ansa)

Secondo la Procura, «emergerebbe che agli inizi del mese di febbraio 2017 e dunque in concomitanza con le indagini conseguenti alla prima iscrizione dello stesso Sempio nel registro degli indagati» per l'omicidio di Chiara Poggi, «fosse stata proposta o comunque ipotizzata la corresponsione al procuratore aggiunto Venditti di una somma di denaro correlata all'archiviazione del procedimento». 

Secondo la Procura di Brescia «le indagini condotte nel 2017 a carico di Andrea Sempio sono state caratterizzate da una serie di anomalie, tra cui l'omissione, da parte della pg incaricata delle indagini della trasmissione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali».

Sarebbero emersi «alcuni contatti opachi» con personale della sezione di pg, «e la breve durata dell'interrogatorio di Andrea Sempio» lascia trasparire «la verosimile conoscenza anticipata da parte dei membri della famiglia Sempio dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pubblici ministeri».

Dopo le perquisizioni i genitori di Sempio sono stati portati in caserma, al Comando provinciale della Guardia di finanza di Pavia, per essere interrogati.

GLI INDIZI

Sospetto nato da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna su un bloc notes con scritto “Venditti / gip archivia X 20-30 euro” con la data “febbraio 2016”. Un promemoria che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre di Andrea, ma con la data anticipata di un anno dato che l’archiviazione è arrivata nel 2017

Ci sarebbero anche alcuni prelievi sospetti all’esame degli inquirenti. Così come alcuni movimenti bancari dei genitori di Sempio all’epoca dell’indagine, incrociati con quelli degli zii, ossia le sorelle e il fratello del padre, E ancora, i prelievi in contanti e le intercettazioni da cui emergerebbe la «necessità di pagare quei signori lì con modalità non tracciabili».

In questo quadro si inserisce anche la rilettura di alcune intercettazioni ambientali in cui il padre, Giuseppe, spiegava ad Andrea Sempio: «Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che ....Massimo se ti infila dentro qualche domanda che non ... gli dici guardi io non mi ricordo, sono passati dieci anni».

Chiara Poggi (Ansa)

LA DIFESA DI SEMPIO

«Sono sereni e stanno collaborando, stanno guardando PC e telefonini e verbalizzando», ha detto Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio. «Onestamente le cifre di cui si parla nell'appunto che sarebbe stato trovato - 20 o 30 mila euro - mi sembrano una base troppo esigua per un'ipotesi corruttiva di un professionista del genere». 

LA DIFESA DI STASI

«L'ipotesi accusatoria è talmente grave che credo non debba essere commentata da un semplice avvocato. I magistrati dimostreranno la fondatezza di queste indagine, ma la gravità dei fatti contestati è inaudita». Così l'avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, sulla nuova indagine sul caso Garlasco che vede indagato l'ex procuratore Mario Venditti.

«L'indagine che ha portato Stasi in carcere è stata costellata da errori e orrori, come cancellare un alibi. L'indagine di oggi di Pavia e quella di Brescia sono costellate di approfondimenti. Qui si aggiunge, non si toglie. E quando si aggiunge di solito si sbaglia meno».

GLI EX CARABINIERI

L’indagine si concentra anche su due ex carabinieri della sezione polizia giudiziaria della Procura di Pavia, l'ex maresciallo Giuseppe Spoto e l'ex luogotenente Silvio Sapone.

I pm bresciani, oltre agli elementi già emersi sulla presunta gestione anomala dell'inchiesta e sul presunto prezzo della corruzione, mettono in rilievo «contatti opachi» tra Andrea Sempio, Spoto e Sapone. Il giovane e anche i suoi familiari, secondo il decreto, avrebbero intrattenuto con i due investigatori dell'epoca poco prima delle audizioni in Procura «dei contatti non relazionati», in particolare con Sapone, o di «durata incongrua», in particolare con Spoto.

I pm segnalano, ad esempio, anche che, quando a Sempio fu notificato l'invito a comparire per l'interrogatorio otto anni fa, l'allora maresciallo Spoto «si tratteneva presso Sempio Andrea per un tempo assai esteso, incompatibile con la mera esecuzione dell'attività notificatoria». Avrebbe raggiunto Sempio alle ore 16.35 ed effettuava la notifica più di un'ora dopo, alle 17.45.

Stando alle indagini, poi, Sapone avrebbe avuto «rapporti di particolare confidenza e correlazione con l'indagato Venditti», l'allora procuratore aggiunto. E avrebbe avuto «un contatto con Sempio Andrea in data antecedente, rispetto alla notifica, pur non risultando una ragione investigativa correlata a tale necessità». Il sospetto dei pm bresciani è che Sempio e i suoi familiari sapessero dell'indagine prima che l'amico del fratello di Chiara Poggi fosse stato formalmente informato. 

(Unioneonline/L)

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