Il movente non è ancora chiaro, e per questo sarebbe fondamentale che Antonio De Marco, il 21enne fermato con l'accusa di essere l'omicida di Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta, fornisse una confessione.

Ma sono tanti gli elementi a suo carico. Il giovane, originario di Casarano, nel Leccese, per un periodo è stato coinquilino delle vittime, massacrate a coltellate in una palazzina di Lecce. A lungo avrebbe progettato il suo piano, anche nei minimi dettagli.

In alcuni bigliettini che ha perso nella fuga, è stata trovata la mappa che indicava come evitare le telecamere di sicurezza della zona, ma anche tutto ciò che era da fare prima di entrare in azione.

"Nelle intenzioni dell'assassino - ha detto il procuratore di Lecce, Leonardo Leone De Castris - l'omicidio doveva essere una rappresentazione anche per la collettività". L'assenza di un movente ha rappresentato una grossa difficoltà iniziale nelle indagini perché era difficile capire quale pista seguire.

Dai pochi elementi emersi nel corso dell'interrogatorio, il 21enne avrebbe avuto intenzione di "immobilizzare, torturare e uccidere" la coppia per poi ripulire tutta la scena del crimine e lasciare infine una scritta sul muro come messaggio per la città.

All'identificazione dello studente di scienze infermieristiche si è arrivati attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza, intercettazioni e una perizia grafica sui bigliettini sporchi di sangue che erano stati ritrovati.

(Unioneonline/s.s.)
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