L'antiterrorismo di Roma indaga sul raid degli anarchici che nella notte tra sabato e domenica hanno dato alle fiamme cassonetti e imbrattato numerosi bancomat con scritte a sostegno di Alfredo Cospito, l'attivista detenuto a Sassari in sciopero della fame da mesi contro il regime del 41bis disposto nei suoi confronti e della durata di quattro anni.
Nel procedimento avviato a piazzale Clodio, coordinato dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, si ipotizza il reato di danneggiamento aggravato. Nei quartieri Tuscolano e San Giovanni sono stati presi di mira vetrate degli istituti di credito, distributori Atm e cassonetti. Sull'ingresso di una banca i militanti hanno vergato la A cerchiata, simbolo del movimento, con le scritte ''Alfredo libero'' e ''No 41 bis''. Gli inquirenti analizzeranno le telecamere presenti nella zona per cercare di individuare gli autori delle azioni.

L'allerta resta altissima anche per le prossime settimane: la sicurezza sui luoghi sensibili è stata già innalzata visto che l’azione rientra in una strategia che a livello nazionale vede mobilitate tutte le sigle della galassia anarchica.

Secondo i giudici del Tribunale di Sorveglianza, che hanno respinto il reclamo della difesa dell'esponente anarchico, Cospito deve restare al 41 bis perché può continuare ad esercitare «il suo ruolo apicale» nella Fai (Federazione anarchica informale) anche dal carcere.

In questo ambito la detenzione ordinaria anche «in regime di alta sicurezza, non consente di contrastare adeguatamente l'elevato rischio di comportamenti orientati all'esercizio» del suo ruolo all'interno della associazione di appartenenza. Per i magistrati le comunicazioni del militante «con le realtà anarchiche all'esterno del circuito carcerario appaiono assidue e producono l'effetto di contribuire ad identificare obiettivi strategici e a stimolare azioni dirette di attacco alle istituzioni».

(Unioneonline/D)

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