Siccità in Sardegna, è allarme: invasi al 56%, bollino rosso nel Sulcis
La crisi idrica colpisce tutta l'Isola tranne Gallura e Ogliastra: meno acqua rispetto al 2024Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Piogge pressoché inesistenti, temperature elevate e un maggior consumo di acqua da parte di residenti e di turisti. È il mix estivo che da anni mette a dura prova la capacità degli invasi sardi a provvedere a tutte le necessità delle campagne e per uso potabile. Dall'ultimo bollettino dell'Autorità di bacino emerge che le dighe artificiali dell'Isola sono piene al 56,8% (ossia contengono 1137,14 milioni di metri cubi d'acqua) al 30 giugno di quest'anno, oltre un punto percentuale in meno rispetto ai livelli del 2024 (57,4% e 1048,06 milioni di mc) e -6% rispetto al maggio 2025 (62,3%) quando nei bacini erano presenti 1037,23 milioni di metri cubi.
La crisi idrica si fa sentire un po' dappertutto, da Nord a Sud della Sardegna, ma va peggio nel Sulcis, dove è scattato il livello di emergenza nell'Alto Cixerri per gli invasi di punta Gennarta e Medau Zirimilis, complessivamente al 15,1% della loro capacità. Non va meglio neppure nel sistema idrico del Basso Sulcis dove l'invaso di Monte Pranu ha raggiunto il 17,6% della capacità.
Problematica anche la situazione nel settore Nord occidentale e in particolare nella Nurra. L'invaso del Cuga arriva al 10,6% della sua capienza massima consentita, mentre quello del Bidighinzu appena all'1,1%.
Resta un isole felice la Gallura dove il Liscia è piano al 67,7%, mentre le ultime piogge primaverili hanno salvato la stagione nel Nuorese dove l'invaso di Pedra e Othoni sul Cedrino fa segnare l'81,2% di riempimento. Bene anche in Ogliastra con il 95,9% delle scorte.
(Unioneonline)