«Sconcertanti affermazioni del pm di Livorno»: Moby Prince, i parenti delle vittime contro la richiesta di archiviazione
La nota congiunta: «La commissione non tenga conto di ciò che dice il procuratore Maurizio Agnello»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Affermazioni particolarmente sconcertanti». È quanto dichiarano i presidenti delle due associazioni che raggruppano i familiari delle 140 vittime del disastro della Moby Prince, Luchino Chessa e Nicola Rosetti, dopo che oggi la Dda di Firenze ha chiesto al gip l’archiviazione dell’inchiesta. «Ascoltando il procuratore di Livorno Maurizio Agnello ci è sembrato di essere tornati indietro al 1991», la nota congiunta. «Dopo 34 anni è tornato a parlare di nebbia come possibile causa della collisione e di un traghetto troppo veloce che con una rotta lineare centra la petroliera ancorata in zona interdetta all'ancoraggio e con la prua a nord. Scenari oramai superati e che attribuiscono la responsabilità della più grave tragedia della navigazione mercantile italiana e la più grande strage sul lavoro alla condotta imprudente dell'equipaggio del Moby Prince».
La tragedia avvenne la sera del 10 aprile 1991, a seguito della collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada del porto di Livorno, con l'incendio che devastò la nave – diretta a Olbia – e causò la morte di 140 fra passeggeri e membri dell’equipaggio. Chessa e Rosetti osservano che il procuratore «supporta le sue affermazioni in particolare sulle dichiarazioni dell'unico sopravvissuto del Moby Prince, il mozzo Alessio Bertrand, che ha modificato numerose volte le sue deposizioni; e comunque riferisce della presenza di nebbia solo successivamente il 10 aprile e non per averla vista ma perché gli è stato riferito da un altro membro dell'equipaggio subito dopo la collisione».
Il commento prosegue: «Agnello confida che tutti siano morti in poco tempo, ma le perizie della prima commissione parlamentare del Senato hanno evidenziato senza dubbio una sopravvivenza di ore per molte persone e ipotizza che se i soccorsi fossero stati adeguati non avrebbero recuperato persone vive: ci auguriamo che la Commissione parlamentare non tenga conto delle varie suggestioni, da chiunque provengano, e degli scenari emersi da questa audizione che fa solo male alla ricerca della verità e che vada per la sua strada, anzi chiediamo come intenda procedere d'ora in poi».
(Unioneonline)