Preoccupa gli ambientalisti la decisione della Conferenza di servizi, convocata dalla Città Metropolitana di Sassari, che autorizza Eni Rewind a scaricare direttamente nelle acque del porto industriale di Porto Torres i reflui trattati nei processi di bonifica nell’area industriale, senza dover utilizzare il depuratore consortile del Consorzio industriale provinciale di Sassari.

Contrari i pareri del Cips e del Comune di Porto Torres, favorevoli quelli dell’Ispra e dell’Arpas. «La motivazione sarebbe esclusivamente di natura economica», sostiene Stefano Deliperi, presidente nazionale del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG). «Una decisione piuttosto preoccupante – sottolinea -  perché innanzitutto la presenza del Sito d’Interesse Nazionale (Sin) delle aree industriali di Porto Torres, che si estende per ben 4.622 ettari, di cui 1.874 a terra e 2.748 a mare, impone la certezza di non aggravare i carichi inquinanti nell’area e il principio di precauzione stabilisce l’utilizzo delle migliori tecnologie per il raggiungimento della massima sicurezza di tutela ambientale».

Stefano Deliperi, presidente del GrIG (foto concessa)

La decisione della conferenza di servizi apre la via al rilascio della nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) in modifica e integrazione della precedente (del 18 maggio 2018). «Decine e decine di migliaia di residenti e lavoratori di Sassari e Porto Torres meriterebbero, invece, ben maggiore incisività nelle bonifiche ambientali», spiega Deliperi «in proposito, si ricordano, infatti, gli “eccessi di rischio” per i tumori maligni, i tumori al polmone e per le malattie dell’apparato respiratorio certificati dal VI Rapporto Sentieri- Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento».

Il Piano strategico di Eni Rewind potrebbe ripercuotersi anche sui lavoratori di Asa- Asi servizi ambientali srl, la società in house di proprietà del Cips che gestisce il depuratore consortile.

«Il problema è legato al calo del conferimento di migliaia di metri cubi di volumi dei reflui nel depuratore»,  aveva osservato Gianfranco Murtinu, segretario territoriale Filctem Cgil, «e questo si ripercuoterà sulle fatture di Asa, la società che risentirà del principale sostentamento derivante da Eni. Con questa consapevolezza Asa, si stava attrezzando con progetti di altro genere per contenere le perdite prospettate, una tenuta della società che ci preoccupa per lo stato dei lavoratori».

Alcune quote di volumi sono utilizzate all’interno dell’azienda Eni Rewind, dopo essere state monitorate da società esterne, per produrre acqua demineralizzata destinata ad usi industriali e chimici e distribuita alle controllate di Eni, Versalis e Matrìca.  

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