Sassari, donna picchiata con una cintura cosparsa di limone: il ghanese resta in carcere
Il trentaduenne al Gip: «Lei mi aveva rubato soldi e due cellulari, li rivolevo indietro ma non l’ho torturata»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Resta in carcere a Bancali il trentatreenne ghanese, arrestato venerdì a Sassari e accusato di sequestro di persona, torture e lesioni ai danni di una 22enne.
Oggi si è tenuta l’udienza di convalida nella Casa circondariale dove l’imputato, difeso dall’avvocato Massimiliano Tore, si è sottoposto a interrogatorio davanti al giudice Gian Paolo Piana.
L’uomo ha dato una sua versione dei fatti sostenendo che la donna gli avrebbe rubato la somma di 600 euro e due cellulari e riferendo di non averla torturata. Secondo le sue parole l’extracomunitario l’avrebbe cercata in un appartamento di San Donato dove sarebbero stati aggrediti a loro volta.
Lui avrebbe “solo” tenuto la giovane a casa sua in attesa che la madre di lei la venisse a riprendere e il videomessaggio era per comunicarle come stava.
Frasi a cui il giudice non ha creduto ritenendo sussistenti le gravi accuse a carico dell’uomo. Che avrebbe cercato la donna, dopo i presunti furti, picchiandola sia a San Donato che per strada e nella sua abitazione di vicolo Bertolinis. Qui si sarebbe accanito sulla ventiduenne usando una cinta cosparsa di limone per farle più male e inviando poi un video alla madre di lei, in cui appariva la figlia in gravi condizioni, chiedendo i soldi che gli sarebbero stati rubati. L’allarme della donna ha permesso l’intervento dei carabinieri, il salvataggio della giovane e l’arresto del 33enne.
