13 anni e 4 mesi: è la sentenza disposta stamattina, in Corte d'assise a Sassari, contro Alberto Picci, imputato per l'omicidio del padre Giuseppe.

La Corte, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, ha applicato anche la pena di 10 anni e 8 mesi per il primo reato di tentato omicidio.

Il 27 aprile 2022, alle 4 del mattino, il 50enne cagliaritano aggredì i genitori nella casa familiare di Santa Maria Coghinas, colpendo il pensionato in bocca con l'asta della fiocina e con una coltellata sulla guancia.

L'accusato assalì anche la madre, Maria Giovanna Drago, procurandole profonde ferite al capo.

Picci venne condannato a 12 anni nel 2022, in sede d'abbreviato, per il tentato omicidio dei familiari ma, nel gennaio 2023, l'anziano è morto nella struttura ospedaliera dove si trovava ricoverato dopo l'aggressione. Un decesso che ha causato l'avvio di un altro processo, stavolta con l'accusa di omicidio formulata dal pm Angelo Beccu e che doveva appurare il nesso di causalità tra le ferite inflitte e la morte.

Il pubblico ministero aveva sollecitato 24 anni di reclusione o 13 anni e 4 mesi, tenendo conto per detrazione della precedente sentenza. Per il magistrato la fine del pensionato è in diretta relazione con le gravi lesioni riportate che di fatto hanno trasformato gli otto mesi in ospedale come una lunga agonia.

Giuseppe Picci non poteva più deglutire in autonomia, fatto che provocava continue infezioni e polmoniti per il ristagno della saliva.

L'avvocato difensore Claudio Mastandrea ha chiesto l'assoluzione per il suo assistito ritenendolo incapace di intendere e di volere.

© Riproduzione riservata