Al processo per la morte di Speranza Ponti, avvenuto ad Alghero nel dicembre 2019, la difesa di Massimiliano Farciimputato per omicidio e furto – ne ha chiesto l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”. È il fulcro dell’arringa che l’avvocato Daniele Solinas ha tenuto stamattina davanti alla Corte d’Assise di Sassari.

Il legale ha tentato di instillare nei giurati il dubbio sulle accuse formulate dai sostituti procuratori Beatrice Giovannetti e Angelo Beccu, che hanno chiesto la condanna di Farci all'ergastolo, più 18 mesi di isolamento diurno.

L'imputato, che stava già scontando in regime di semilibertà una condanna all'ergastolo per l'omicidio nel 1999 dell'imprenditore Renato Baldussi di San Sperate, si è sempre dichiarato innocente. Nei suoi racconti il ritrovamento della compagna ormai morta in casa, impiccata con un lenzuolo alla porta della camera da letto.

L’ammissione riguarda invece l’occultamento del cadavere: lo avrebbe portato su una collinetta perché gliel’aveva chiesto Speranza, e aveva anche paura di non essere creduto dalle forze dell’ordine.

L’avvocato ha sottolineato alcuni elementi indicandoli come incongruenze: tra questi il fatto che il telefono della vittima del femminicidio fosse rimasto agganciato alla rete internet per quasi tre ore, la notte fra il 5 e il 6 dicembre 2019, da 5 minuti prima della mezzanotte fino a circa le 3 del mattino, quindi con Speranza già morta secondo la tesi dell'accusa. E a quell'ora Farci aveva già fatto rientro in carcere, non poteva avere con sé il cellulare della compagna.

Per il difensore, inoltre, il suo assistito non aveva un movente per uccidere: non c'erano motivi economici e non c'era un motivo passionale.

Appuntamento ora al 15 novembre quando la Corte, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, ascolterà le controrepliche dei pm e poi verrà emessa la sentenza.

(Unioneonline/s.s.)

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