Discariche e rifiuti pericolosi: allarme salute al campo rom di Porto Torres
All'interno vivono quattro nuclei familiari composti da 25 personePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Baracche semidistrutte e rifiuti ovunque. Il campo rom di Ponti Pizzinnu, a Porto Torres, offre un panorama indecente, simbolo dell'emergenza con i 4 nuclei familiari, 25 residenti, 12 dei quali minorenni costretti a vivere in uno spazio di forte compromissione delle condizioni igienico sanitarie.
Attorno solo discariche abusive, residui di case incendiate e rifiuti pericolosi e non. "Ci siamo offerti per smistare e raccogliere il materiale residuo delle case andate a fuoco - dicono i residenti rom - ma ci dicono che non siamo autorizzati a farlo".
I bustoni colmi di immondizia raccolta, che fanno da cornice al campo, col tempo si sono lacerati ed il vento ha distribuito i rifiuti dappertutto. Il sindaco Sean Wheeler aveva firmato nell'ottobre scorso l'ordinanza per la rimozione, l'avvio al recupero o allo smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi rinvenuti in stato di abbandono all'interno del campo sosta. Rifiuti che erano stati accatastati in una baracca, sequestrati e messi a disposizione dell'Autorità giudiziaria.
Nel dossier consegnato dai carabinieri del Noe al primo cittadino si chiedeva di intervenire urgentemente alla rimozione dei rifiuti o in alternativa alla chiusura e allo sgombero della stesso campo. C'è pure un programma finanziato dalla Regione con una somma di 200mila euro mirato alla loro inclusione sociale e abitativa.
Sullo stato del campo rom ha presentato un'interrogazione il consigliere Davide Tellini per chiedere al sindaco e alla giunta quali azioni sono state messe in campo fino ad ora, quante volte si è riunito il Comitato di gestione e quali somme sono state utilizzate per bonificare il campo rom nell'anno 2018.