Un tratto di costa selvaggio, di grande bellezza e valore naturalistico, quello che va da Coscia di donna (a sud di Stintino) sino a Porto Ferro, passando per l'Argentiera. Siamo nel nord ovest della Sardegna: una trentina di chilometri di costa a picco sul mare, che culminano in spiagge e calette stupende, in cui sono anche evidenti i frequenti cedimenti delle pareti soprastanti e altri danni provocati dall'erosione.

In questo caso, vista anche la vastità della zona, interrompere i processi naturali è impresa ardua, ma sulla sicurezza qualcosa bisogna pur farla. Alcune calette sono raggiungibili solo in barca, le altre attraverso sentieri tortuosi e ripidi, la maggior parte pericolosi e sconnessi, senza corrimano e protezioni. A volte basta una distrazione o un piccolo malore per correre grossi pericoli. Non tutti i turisti o visitatori infatti sono abili escursionisti e anche la scorsa estate non sono mancate le vittime, precipitate in dirupi di accesso ai litorali.

La spiaggia della "Frana" (L'Unione Sarda - Tellini)

Le zone di Lampianu, la Frana, Rena Maiore, solo per citare alcuni esempi, pur lontane dai soliti circuiti turistici, non sono di certo sconosciute, quindi non più frequentate esclusivamente dagli amanti della natura, che in genere conoscono bene la zona e i suoi pericoli, ma anche da visitatori in gita o di passaggio, spesso ignari delle insidie del territorio. Bisognerebbe quindi innanzitutto sistemare le strade vicinali, potenziare la segnaletica (oramai praticamente assente o obsoleta), compresa quella di pericolo, e riqualificare i camminamenti di accesso alle calette, rendendoli più agibili e soprattutto più sicuri. In fondo non si tratta di spendere grosse cifre, e gli eventuali interventi renderebbero un grande servizio al turista o visitatore, oltre a permettere un salto qualitativo all'intera zona. Quasi tutto il tratto di costa ricade nel comune di Sassari, che qualcosa in passato ha comunque realizzato: il ponte di legno sul Rio Flumini ne è uno splendido esempio.
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