Non è ancora finita la Mare Aperto, è appena iniziata la Noble Jump della Nato, e lo Stato maggiore della Difesa già annuncia la prossima gigantesca esercitazione che si svolgerà in Sardegna: «Dall’8 al 26 maggio 2023, presso l’aeroporto di Decimomannu, nei poligoni di Capo Teulada e Salto di Quirra e zone marittime antistanti», si legge in un comunicato diramato nel giorno di Sa die de sa Sardigna, «si svolgerà la “Joint Stars” l’esercitazione interforze nazionale e inter-agenzia più importante della Difesa, pianificata e condotta dal Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi)». 

LA MARE APERTO. Da via XX settembre arriva anche un’altra comunicazione: il ministro Guido Crosetto in queste ore è a bordo dell’ammiraglia della flotta italiana, Nave Cavour, «al largo della Sardegna, per salutare e condividere con tutto il personale i momenti salienti dell’esercitazione a connotazione marittima e multidominio Mare Aperto 23». Crosetto è atterrato ieri a Elmas con un Falcon dell’Aeronautica ed è stato trasferito a bordo della portaerei.

Il ministro «oggi seguirà alcune fase dell’esercitazione che vede impegnati, complessivamente, circa 6.000 militari e civili di università e centri di ricerca. Sono 23 le nazioni coinvolte, di cui 12 Paesi Nato e 11 Partner».  

NOBLE JUMP. Intanto fino al 14 maggio prosegue la Noble Jump, sotto l’egida del comando Nato di Napoli. Nei giorni scorsi il responsabile degli affari esterni, il Capitano della Marina William Urban, ha fatto sapere che  «l'esercitazione dimostra che la Nato è unita, pronta e disposta a difendere gli alleati.  È una dichiarazione della nostra determinazione e delle nostre capacità». 

JOINT STARS.  Retorica bellica anche nell’annuncio della Joint Stars.  «Si tratterà di un’esercitazione multi-dominio che vedrà le Forze Armate italiane addestrarsi nella difesa degli spazi aerei, terrestri e marittimi, nella sicurezza cibernetica e spaziale, nella difesa da contaminazione chimica, biologica, radiologica o nucleare e nel contrasto alle minacce derivanti dalle tecnologie emergenti, sempre più spesso utilizzate nella fabbricazione di droni sottomarini o aerei». Sul terreno opereranno oltre 4.000 uomini e donne e circa 900 tra mezzi terrestri, aerei e navali. L’obiettivo dichiarato «è addestrare unità e assetti delle Forze Armate nazionali per operazioni di difesa del territorio nazionale e dell’Alleanza, ma non solo. L’evento addestrativo verterà su una prima risposta civile ad una crisi umanitaria e di sicurezza pubblica e una successiva risposta militare interforze e multinazionale in aderenza all’articolo 5 del Trattato del Nord-Atlantico, che stabilisce il principio di difesa collettiva in caso di aggressione a uno dei Paesi alleati». 

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