«Rinnovabili? Una gigantesca bolla speculativa: arricchisce pochi e devasta l’ambiente»
Lo studio sul “caso Sardegna” della ricercatrice universitaria Maria Giovanna Bosco: «Il settore privato ha infiltrato quello pubblico ottenendo miliardi»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Le rinnovabili sono una gigantesca bolla speculativa - come quella dei mutui subprime – che arricchisce pochi e devasta l’ambiente». L’analisi è di Maria Giovanna Bosco che ha firmato uno studio sul “Caso Sardegna” pubblicato sulla rivista L’Industria, edita da Il Mulino.
La docente universitaria di origini galluresi spiega: «Sono partita dagli elementi narrativi – proteste dei comitati di cittadini, articoli sui giornali – per cercare i fatti che indicano l’infiltrazione del mondo dell’industria nella politica, al punto che il processo decisionale e politico è stato asservito agli interessi di soggetti privati ben definiti. A far da cornice le norme che agevolano gli espropri, il tentativo di silenziare i movimenti di opposizione per conquistare il pubblico con una narrativa ad hoc. C’è una dinamica industriale che include aiuti di Stato nonostante il generale divieto europeo: investire in sanità no, perché c’è il vincolo di bilancio, che invece cade per le rinnovabili. Il risultato è che il soggetto pubblico ha finito per portare avanti le esigenze dei privati spacciandole per interesse generale».
Ricostruisce la scelta di puntare sulla Sardegna: «Nel 2021 l’Enel la individua in alcuni comunicati come futuro hub energetico del Mediterraneo. Di sicuro la mercificazione del sole e del vento rischia di perpetuare un atteggiamento neocolonialista da parte delle istituzioni nei confronti dell’Isola».
L’intervista integrale nelle edizioni cartacea e digitale