Più che un atto notarile è la prenotazione anticipata di un bonifico milionario. Un misterioso “patto del vento” che doveva restare blindato nella cassaforte del notaio d’Arezzo. Un contratto vero e proprio, siglato espressamente senza testimoni, come da esplicita richiesta dei due contraenti. Del resto meglio tenere riservate quelle clausole sottoscritte in "camera caritatis” nella speranza che restino per sempre segrete. Disposizioni inedite e senza precedenti nella grande “abbuffata” eolica in terra sarda, roba da “casinò del vento”, dove scommetti pochi euro e ti porti a casa una montagna di denari, milioni su milioni. Questa non è una delle tante storie di multinazionali venute in terra di Nuraghi a “sbancare” raffiche d’aria e incentivi milionari.

Cronoscalata eolica

Quella che stiamo per raccontarvi è la fase due della grande scalata eolica in Sardegna. Non bastavano i “pegni” di Enel Green Power a sconosciute società appena costituite per mettere le mani su ciclopiche batterie cinesi con cui teoricamente accumulare energia e incentivi, ora spuntano anche contratti da mille e una notte, in cui emergono clausole fantasmagoriche in grado di garantire guadagni impensabili e per molti, anzi moltissimi, versi ingiustificabili ai piú. L’ennesimo progetto devastante per la Sardegna lo presenta una “srl” con sede nella città dei Signori, quelli di Firenze. Loro, però, i due nuovi soci, non hanno niente a che vedere con Palazzo Vecchio, sede dell’antica Signoria fiorentina. Il primo è nato a Nuoro, terra di Gennargentu, il secondo a Peccioli nella provincia toscana della Torre pendente. I due “commensali” solo apparentemente sono due convenuti occasionali nella grande tavola del vento sardo, apparecchiata dai Governi di Roma con tanto di incentivi milionari.

I piloti del vento

In realtà, i due, Salvatore Deplano e Armando Mangini, sardo il primo, toscano il secondo, qualcosa in comune ce l’hanno: una smisurata passione per la velocità su quattro ruote. Il contratto che sottoscrivono il 19 febbraio scorso davanti a Francesco Cirianni, Notaio di Arezzo, sembra scritto a loro immagine e somiglianza: curve, gimkane, sorpassi azzardati e, soprattutto, velocità. L’affare, però, non ha niente a che vedere con la Formula Uno, piuttosto con il “vento furioso” del Gennargentu. La “conversione” sull’Arno è repentina: in un batter d’occhio passano dalle ruote che girano, alle pale che affettano. Sanno quel che devono fare, da provetti piloti a navigatori esperti dei Palazzi di Roma. Non passano nemmeno dieci giorni, è il 29 febbraio del 2024, e i due si “fiondano” idealmente al Ministero dell’Ambiente con tanto di progetto sottobraccio: «Impianto eolico composto da 6 aerogeneratori con potenza complessiva di 36 megawatt, denominato "Su Casteddu", localizzato nel Comune di Ussassai, provincia di Nuoro», in attesa di quella d’Ogliastra. Sembra un progetto come tanti altri, di quelli che impunemente imperversano su quel “genio universale” della natura sarda, scandito da “Tacchi” geologici scolpiti come monumenti sulla roccia e sul cielo, incastonati in paesaggi mozzafiato, abitati da aquile reali e indomite mandrie di vitelli a spasso. Questa volta, però, dietro questo nuovo piano d’assalto al paesaggio del Gennargentu e dintorni, si celano clausole contrattuali tutt’altro che consuete, nel già fitto armamentario di “pegni”, società “specchio” e “veicolo”. I “piloti” del vento hanno messo in piedi un’operazione che si sintetizza nello stralcio documentale che pubblichiamo. In quello studio, al numero sette di Via Ser Petraccolo ad Arezzo, il 19 febbraio di quest’anno si presenta solo Salvatore Deplano, titolare della D&D, una srl con 120 mila euro di capitale interamente versato. Al Notaio comunica l’esigenza di un’assemblea societaria, in pratica lui da solo, visto che decide di fare a meno di testimoni. Per sancire il “casinò del vento” gli basta il certificatore di Stato. All’ordine del giorno un solo punto: «Proposta di aumento del capitale sociale, da 120.000 euro a 122.450». Il Notaio sembra incredulo, davanti a cotanta frenesia per un aumento di capitale di appena 2.450 euro. Lui, il sigillatore di Stato, certifica punto e basta. In teoria, non si deve porre domande su quel che sottoscrive. Deplano, invece, il socio-pilota, prima di deliberare, in qualche modo, aveva anche cercato di giustificare l’aumento da quattro soldi del capitale. Le sue argomentazioni sono agli atti: l’aumento di capitale, quello di 2.450 euro, è necessario «al fine di dotare la società di nuovi mezzi per poter svolgere più compiutamente l'attività sociale e ciò mediante emissione di partecipazioni di categoria». Una cifra, quella di 2.450 euro, nemmeno sufficiente a pagare la parcella del Notaio, ma che diventa secondo “il volante eolico” fondamentale per l’allargamento del parterre dei soci. E, infatti, a sottoscrivere l’aumento di capitale è nientemeno che il suo capo scuderia, tale Armando Mangini, provetto pilota, imprenditore commerciale e con un legame pluridecennale con gli ambienti dell’automobilismo.

“Bernie dell’Arno”

Un investimento non proprio rilevante quello del “Bernie Ecclestone dell’Arno”. I guadagni per lui, però, si annunciano questa volta concretamente stratosferici. La clausola del contratto lascia senza parole: le nuove partecipazioni, quelle da 2.450 euro, «formano una speciale categoria, da denominarsi partecipazioni di categoria "A", le quali hanno tutti gli ordinari diritti delle partecipazioni ordinarie, ma hanno diritto agli utili - a condizione che dal Bilancio della società risultino utili sufficienti - in misura pari al 30% degli utili prodotti e distribuibili, derivanti dall'investimento nel settore eolico che, la società effettuerà in Sardegna, in Comune di Ussassai, ivi compresi quelli derivanti dalla cessione di detto ramo di azienda (eolico) o dei beni che lo compongono».

Quesiti pesanti

Tutto chiaro: il signor Mangini investe il 2% del capitale azionario della D&D srl, ma si porta a casa il 30% dei guadagni relativi alla gestione o alla vendita del progetto eolico di Ussassai. I quesiti sono pesanti come macigni: per quale motivo, e in cambio di cosa, il “pilota” toscano si porterebbe a casa un guadagno stratosferico di milioni di euro provenienti dalla gestione o dalla vendita di quel progetto eolico in terra di Sardegna? Quali apporti, oltre ai 2.450 euro dell’aumento di capitale, dovrebbe garantire il “Signore di Peccioli” per la buona riuscita della “scalata” al vento di Ussassai? Di certo nell’assalto eolico alla Sardegna da tempo si registra la presenza sempre più invasiva di variegati soggetti, anche di primissimo piano, legati al mondo dell’automobilismo: non è da escludere che abbiano individuato una “pista” eolica per andare veloci, tra Palazzi di Roma e potentati energetici.

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