Oristano, la Fimser dice no a nave gasiera e metanodotto da 150 chilometri
Al progetto si oppone la Federazione italiana mediatori sociali energie rinnovabiliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
No alla nave gasiera nel porto industriale di Oristano e al grande metanodotto lungo 150 chilometri che collegherebbe Santa Giusta con Cagliari e il Sulcis passando per i territori Palmas Arborea, Marrubiu e Mogoro per un totale di 150 chilometri, previsti da un accordo sottoscritto tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione. L’appello è stato lanciato oggi da Oristano dalla Fimser, Federazione italiana mediatori sociali energie rinnovabili.
Il presidente dell’associazione Michele Pigliaru ha presentato uno studio dettagliato effettuato attorno a tutta l’area dove dovrebbe sorgere il mega progetto che prevede la posa del metanodotto da parte della Enura Spa, per un totale di quattro anni di lavori e un investimento pubblico di 2 miliardi e 250 mila euro.
«In tanti non sanno sicuramente che il percorso del metanodotto non solo interessa più di mille siti archeologici, ma anche ben 12 zone a rischio archeologico elevato. Parliamo di un investimento che purtroppo ha già superato la valutazione di impatto ambientale».
Pigliaru analizza poi gli impatti sui terreni pubblici e privati a cavallo della condotta: «Ben venti metri da una parte e venti metri dall’altra non saranno più edificabili, con tutti i danni del caso. Senza dimenticare poi che per quattro anni sulla 131 sarebbe un continuo transito di mezzi pesanti carichi di gas».
Arnaldo Melissa, vice presidente della Fimser: «A pagarne le spese sarebbero circa mille e 500 aziende. Abbiamo la sensazione che la presidente della Regione Alessandra Todde ci stia prendendo in giro, anche alla luce del fatto che l’Unione Europa ha previsto dal 2025 la riduzione progressiva degli impianti a gas».