Poche righe per dire grazie alla scuola di Chiara, alla dirigente, ai docenti, ai collaboratori scolastici, ai compagni di classe e agli amici. Ma soprattutto la lettera che Piero Carta, il papà della tredicenne uccisa a Silì dalla mamma, ha inviato alla Media di piazza Manno è l’occasione per il suo «piccolo angelo salito in cielo»

Il sottufficiale della polizia locale di Oristano scrive: «Ho voluto esprimere il desidero di ringraziarvi per la vostra vicinanza e solidarietà nel momento più tragico della mia vita. La morte di una figlia che nessun padre vorrebbe mai vedere. La morte della mia cara figlia ha suscitato in me, e penso in tutti, un lacerante dolore, forse anche tanta rabbia, per un gesto che non potrà mai essere giustificato. Io, da padre, non conosco odio, neanche per chi ha commesso questa atrocità, provando invece molta compassione. Adesso attendo giustizia per Chiara».

Poi il ricordo commosso della sua figlioletta. «La ricorderò sempre come una ragazzina serena, educata e solare, che stava andando incontro alla vita. Come tutte le ragazzine della sua età, amava ascoltare musica dei giorni nostri, rap e trapper, circondandosi di molti amici senza fare distinzioni. Nella sua semplicità, ho sempre visto in Chiara una ragazzina matura e ottimista. Quando capitava di prendere delle insufficienze a scuola, mi diceva: “Pa’, quei voti li recupero!”. Il nostro era un dialogare espansivo, la ponevo al corrente dei possibili pericoli per la sua età, lei era consapevole e prontamente rispondeva “Lo so papà… io non faccio quelle cose!”, dimostrandomi sempre la sua maturità. Un giorno mi disse: “Ti devo dire una cosa importante, ho il ragazzo”, non dicendomi altro. Passarono dei giorni, mi fece pervenire un messaggio vocale su WhatsApp, dicendo: “Per quella cosa, volevo dirti che era uno scherzo, io non ho un ragazzo, volevo solo vedere quale sarebbe stata la tua reazione”». 

La lettera, toccante, va avanti con un dolce ritratto di Chiara. «Era bella fuori e dentro, molta attenta all’ordine e alla cura della sua persona. Spesso veniva con me in palestra, seguiva corsi di difesa personale “Krav Maga”, ne era entusiasta. Io spesso la riprendevo per il suo continuo sorridere ad ogni pugno o calcio che sferrava, per questo le dicevo “Chiara, ricordati che se tu subisci un'aggressione dall’altra parte gli altri non ridono”». Ma ci sono tanti altri cari ricordi di Chiara che il papà «custodisce gelosamente nella mente e nel cuore».

Poi si rivolge direttamente agli amici e ai compagnetti di Chiara, con un pensiero e un augurio affettuoso per il futuro: «Immagino il vostro dolore per aver perso un'amica e compagna di scuola. Il suo banco adesso è vuoto, ma son sicuro che lei è sempre lì con tutti voi. La sua anima è libera, appartiene non più a questa vita terrena, ma è un angelo del Signore. Io da padre continuerò a fare vivere il suo nome, non demorderò mai, sapendo che lei sarà la mia guida e la mia consolatrice sempre. Concludo augurando a tutti voi un futuro felice e ricco di esperienze meravigliose, come le avrei augurate a mia figlia. Ricordate che Chiara sarà sempre con voi, come un angelo che da lassù vi ascolterà e aiuterà sempre».

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