Oristano, dopo anni di attesa arriva il regolamento sui dehor
Due le tipologie di installazioni previste, fra mobili e fisse, per entrambe limiti stringenti in termini di dimensioni e superficie occupataPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A Oristano la rivoluzione dei dehor è ufficialmente partita, ma i suoi effetti si vedranno solo col tempo: sei mesi per i primi adeguamenti, due anni per la scomparsa definitiva delle sette strutture chiuse del centro storico. È il cuore del nuovo regolamento approvato ieri sera dal Consiglio comunale con 14 voti favorevoli e 5 contrari, al termine di una discussione accesa che ha messo in difficoltà la maggioranza (il capogruppo di Oristano al Centro, Giuliano Uras ha ritirato i suoi emendamenti e abbandonato l’Aula).
Lo scoglio è stato l’articolo sulla transitorietà, modificato in aula con un emendamento che ha allungato i tempi per i dehor di tipo 2, quelli con pedane e delimitazioni fisse che non saranno più ammessi nel centro storico.
Il testo distingue due tipologie di installazioni: i dehor di tipo 1, più semplici, con tavoli, sedie e ombrelloni, senza strutture permanenti; e quelli di tipo 2, più complessi, dotati di pedane, ringhiere trasparenti e coperture. Per entrambi valgono limiti stringenti: superficie massima 30 metri quadri, altezza fino a 3,40 metri, obbligo di garantire almeno 1,4 metri per il passaggio pedonale e distanze minime da attraversamenti e fermate degli autobus.
«Era necessario – sottolinea l’assessora alle Attività produttive, Valentina De Senee – stiamo dando regole certe agli esercenti che, con concessioni fino a sei anni rinnovabili, potranno finalmente programmare. E le nuove norme andranno a beneficio di chi ha sempre rispettato le regole».
E aggiunge un chiarimento: «Tavoli e ombrelloni non spariranno dal centro storico, spesso si confondono i dehors chiusi con quelli aperti. Anzi, rilasceremo più autorizzazioni, visto che molte erano bloccate in attesa del regolamento».