Mirko, ucciso per difendere la mamma: negato il rito abbreviato per l’imputato, che rischia l’ergastolo
Viste le aggravanti della premeditazione e dei maltrattamenti, il gup ha disposto il processo in Corte d’Assise, nonostante la difesa avesse chiesto il rito alternativo che consente lo sconto di pena di un terzo
Mirko Farci
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Niente rito abbreviato (che in caso di condanna comporta lo sconto di un terzo della pena) per Masih Shahid, il 30enne pakistano accusato del tentato omicidio della sua ex compagna, Paola Piras, di 52 anni, e dell'omicidio di Mirko Farci, figlio 19enne della donna, che aveva tentato di difendere la mamma dall'aggressione avvenuta l'11 maggio 2021 nella loro casa a Tortolì.
Il 30enne è stato infatti rinviato a giudizio, ma il processo – con prima udienza fissata a fine giugno – si svolgerà in Corte d’Assise a Cagliari, con l’imputato che rischia dunque l’ergastolo.
Piras, rimasta in coma per mesi a seguito delle 17 coltellate inferte da Shahid, era presente in aula, mentre invece l'imputato era assente.
Il gup di Lanusei Mariano Arca, dopo un'ora di camera di consiglio, ha respinto le questioni di illegittimità costituzionale e la richiesta di rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica e all'audizione di un amico, avanzate dal difensore di Shahid, Federico Delitala.
Disposto invece il rito ordinario, sollecitato dal pm e dai legali di parti civile, in considerazione delle aggravanti, ovvero la premeditazione e la commissione del reato in occasione dei maltrattamenti in famiglia contestati al 30enne.
Quanto alla richiesta di perizia psichiatrica, la difesa ha fatto presente che Shahid ha accusato sintomi di squilibri psichici già in passato. Secondo il legale, infatti, la stessa Paola Piras, sentita prima del processo per maltrattamenti di cui deve rispondere il suo ex compagno, avrebbe detto che l'uomo soffriva di "manie maniacali e suicide" e si sarebbe recato spontaneamente in un centro di salute mentale.
Per le accuse di stalking e maltrattamenti, nel marzo scorso la pm Giovanna Morra aveva chiesto per l'imputato una condanna a 4 anni e 8 mesi. La sentenza è prevista per il 3 maggio prossimo.
(Unioneonline/l.f.)