«Qualche cosa certamente non ha funzionato». Quando pronuncia queste parole, il  sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto muove la mano come a sottolineare che sta dicendo un’ovvietà, pur fastidiosa da ammettere. In commissione alla Camera, questa mattina, ha risposto all’interrogazione di Federico Gianassi (Pd), sulla clamorosa evasione di Marco Raduano, avvenuta alla fine di febbraio dal carcere  di Badu ‘e Carros,  a Nuoro (QUI LA NOTIZIA). Il rappresentante del governo ha annunciato interventi di risanamento per la struttura ormai obsoleta del penitenziario. 

NUOVO ERGASTOLO. Già detenuto nella sezione di alta sicurezza, boss della mala del Gargano, su Raduano da ieri pende una nuova richiesta di condanna all’ergastolo, formulata dai pubblici ministeri Ettore Cardinali e Luciana Silvestris nel corso del processo che si sta celebrando a Bari,  denominato «Omnia Nostra», che vede alla sbarra alcuni esponenti del clan mafioso Lombardi-Ricucci-La Torre.

I LAVORI A NUORO.  Sisto ha fornito i dati su Badu ‘e Carros. Il numero di detenuti, 224 (tra i quali 3 al 41 bis e 146 in alta sicurezza) è molto al di sotto della capienza massima di 275. Ma lo è anche quello degli operatori in organico: ne manca una sessantina. In più la struttura è fatiscente e il sistema di videosorveglianza carente.  Raduano ne ha approfittato per calarsi con le lenzuola legate, dopo aver scavalcato. Ed è proprio sul muro di cinta violato che si concentreranno gli interventi annunciati da Sisto: «Il procedimento per avviare il risanamento è in corso», annuncia il sottosegretario, «così come quello per l'adeguamento degli impianti tecnologici e di sicurezza». Ma i tempi non sono brevi: «Si auspica di poter mandare in gara il lavoro entro il primo settembre», è la speranza del rappresentante del Governo. In più è previsto «il rifacimento totale del sistema  a circuito chiuso, con 36 nuove telecamere». 

LE RICERCHE. Intanto vanno avanti le ricerche dell’evaso. Quelle sulle complicità sono attive in Sardegna, ma gli inquirenti concentrano la loro attenzione sulla zona del Gargano – il suo feudo – e soprattutto sul nord Europa, dove il boss potrebbe avere trovato degli appoggi. Intanto il nuovo processo nei suoi confronti va avanti, assieme con altri 43, accusati a vario titolo di due omicidi, un tentato omicidio, associazione mafiosa, 12 estorsioni, traffico di droga, nove episodi di spaccio, rapina, ricettazione, furto detenzioni e possesso di armi tra cui mitra e kalashnikov, minacce e favoreggiamento. Gli indagati erano 48: quelli che mancano sono stati ammazzati. Raduano, in particolare, è accusato di associazione mafiosa e dell’omicidio di Giuseppe Silvestri avvenuto a Monte Sant’Angelo il 21 marzo del 2017.

Enrico Fresu

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