Eolico, levata di scudi a Orgosolo: «La nostra Isola è un’area non idonea»
I comitati sardi radunati ieri in Barbagia per manifestare il dissenso alla speculazioneVideo di Gianfranco Locci
«Governo ladro, tiranno e aguzzino», si legge su quella parete bianca che accoglie il visitatore, alle porte del paese. Poi, da ieri mattina, poco sotto le pennellate artistiche, ecco pure un cartello fissato con tasselli, orgoglio e convinzione: «Area non idonea». Quindi, un eloquente segnale di divieto a sbarrare una pala eolica che a Orgosolo nessuno vuole, tanto meno nell’incanto naturalistico di Soràsi. «Con questo cartello vogliamo ricordare che la nostra battaglia contro la speculazione energetica, e che ha portato alla stesura della proposta di legge Pratobello 24, andrà avanti», assicura Pasquale Mereu, il primo cittadino. «Invito i miei colleghi sindaci a fare altrettanto. Gli invasori non arriveranno».
Area non idonea
Un cartello dal messaggio inequivocabile, sorta di biglietto da visita. Sia per chi arriva da Nuoro sia per chi raggiunge Orgosolo dalla vicina Mamoiada, passando da Galanoli. Come dire, qui l’ospitalità è di casa, l’accoglienza barbaricina non si discute ed è un vanto conclamato, però «nessuno ha l’anello al naso e il nostro territorio lo difenderemo in tutti i modi da questo scempio, da questi nuovi mostri che qualcuno vorrebbe sistemare nelle nostre campagne», sussurra un uomo orgolese. La battaglia contro la speculazione energetica si irradia ancora dal centro dei murales. La legge Pratobello 24, con le sue quasi 211 mila firme, non ha avuto dal Consiglio regionale l’auspicata procedura d’urgenza. Tuttavia, la lotta non perde d’intensità. «In Regione prendono tempo, affinché la devastazione di questa meravigliosa Isola possa essere compiuta», tuona Maria Grazia Demontis, del comitato gallurese contro la speculazione energetica. Poi aggiunge, dal cuore della Barbagia: «Possiamo e vogliamo tutelare la nostra terra. Possiamo criticare questa Giunta regionale che porta avanti, contro il volere del popolo sardo, un disegno di legge sulle “aree idonee” che è semplicemente il derivato di un “diktat draghiano”. Se portato avanti vedrà la devastazione accelerata di questa terra». Demontis si rivolge alla classe politica regionale: «Possiamo dissentire? Essere critici è un nostro diritto».
Rabbia condivisa
«Siete nel territorio di Orgosolo, qui il popolo comanda sovrano e il Governo obbedisce». Il murale è lì da tempo, aiuta a comprendere l’approccio di una comunità che svela fierezza di continuo, senso di appartenenza. L’ultima trovata, ovvero i cartelli “Area non idonea”, permettono di cementare questo tratto distintivo. E la politica non può che tenerne conto. «Rifiutiamo questa devastazione che lo Stato sta portando avanti con la connivenza anche dei nostri politici, che siedono sia in Parlamento sia in Regione», dichiara Pasquale Mereu. «A Cagliari hanno deciso di non dare priorità alla Pratobello 24 perché sicuramente dà fastidio. Però, questa legge è l’unica che potrebbe davvero risolvere i problemi perché parte dall’articolo 3, lettera “f”, che dà priorità e competenza primaria alla Regione sarda».
Mobilitazione a oltranza
I numerosi comitati isolani non hanno alcuna intenzione di indietreggiare. La tutela del territorio contro la speculazione eolica e fotovoltaica resta il caposaldo. «La proposta di legge Pratobello non potrà essere discussa direttamente in Aula, senza seguire il percorso regolare», hanno ribadito i capigruppo del Campo largo. Michele Zuddas, avvocato e da mesi in prima linea per arginare l’assalto delle rinnovabili, da Orgosolo puntualizza: «Il cartello “Area non idonea” è un atto politico, forte e simbolico, in risposta a chi ha deciso che la Pratobello debba essere trattata senza la procedura d’urgenza. Rimarremo vigili, proteggeremo questa legge con tutti i mezzi».
Gianfranco Locci