Sentenza Grillo e motivazioni, il difensore di Capitta: «Difese inascoltate»
Il penalista Mameli: «In nessuno dei passi cruciali si accompagna la considerazione di responsabilità alle alternative emerse»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Al buio tutti i gatti sembrano grigi e se non si illumina la stanza verranno descritti grigi. Non mi pare di aver letto in sentenza qualcosa che dimostrasse una doverosa considerazione di fondamentali argomenti difensivi. In nessuno dei passi cruciali, nessuno, si accompagna la considerazione di responsabilità alle alternative emerse nel processo». Così il penalista Mariano Mameli, difensore di Edoardo Capitta, dopo avere letto le 72 pagine di motivazioni della sentenza che ha condannato, il 22 settembre scorso, Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta a otto anni e Francesco Corsiglia a sei anni e sei mesi.
«Un esempio per tutte? – prosegue Mameli, riferendosi al capo b dell’imputazione – Da dove traggono il convincimento i giudici che nel farsi fotografare nudi accanto alla persona dormiente vi sia stata così una effettiva intrusione sessuale? Valutano loro una difficile prospettiva fotografica senza porsi dei dubbi?».
«Montagne di elementi censiscono con esattezza il quantitativo d’alcol effettivamente assunto ma residua alfine solo la versione della ragazza.Tutto ciò che avrebbe potuto indebolirne l’attendibilità è in sostanza omesso o svilito il contenuto nella sua portata», la conclusione.
