Perizia sullo yacht in cui è morto Giovanni Marchionni, sul caso indaga anche l’Inail: «Era lì per lavoro»
Continuano gli accertamenti della Procura sul dramma avvenuto a Marina di Portisco: ci si concentrerà sul vano batterie e sul serbatoio delle acque nereGiovanni Marchionni (Instagram)
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Sarà effettuata una perizia sullo yacht ormeggiato a Marina di Portisco, Olbia, in cui lo scorso 8 agosto ha perso la vita Giovanni Marchionni, 21enne di Bacoli (Napoli).
L’ha disposta la Procura di Tempio nell’ambito del procedimento per omicidio colposo contro ignoti avviato sulla tragedia. Alle 15 del 22 agosto negli uffici della Procura sarà conferito l’incarico.
L’accertamento tecnico irripetibile si concentrerà, tralaltro, sul vano batterie e sul serbatoio delle acque nere. L'avvocato Maurizio Capozzo, legale dei familiari della vittima, annuncia di voler nominare un consulente di parte, come già fatto per l'autopsia, che non ha chiarito le cause del decesso. I proprietari del motoscafo sono rappresentati invece dall’avvocato Sebastiano Giaquinto.
Intanto si attendono gli esiti delle analisi tossicologiche e istologiche per chiarire la causa della morte. E nella vicenda interviene anche l'Inail, che ha aperto un'indagine per chiarire se il giovane si trovasse a bordo dello yacht in vacanza o se, come sostengono familiari, amici e il sindaco di Bacoli Josi Gerardo della Ragione, stesse lavorando come skipper.
E proprio il primo cittadino è nuovamente intervenuto sulla vicenda, ribadendo: «Lo diciamo da giorni, è una morte sul lavoro. Qualcuno voleva derubricare la faccenda come una tragedia avvenuta a un giovane in vacanza, ma è una storia vergognosa a cui non crede più nessuno. Ho massima fiducia nell’operato della Procura della Repubblica di Tempio Pausania. Il procuratore Gregorio Capasso ha rassicurato che si stanno svolgendo tutte le indagini e le attività necessarie per ricostruire l’esatta dinamica che ha portato alla morte di Giovanni Marchionni. Uscirà presto la verità».
(Unioneonline/L)