La Procura di Tempio ha aperto un’inchiesta dopo la morte di un cinquantasettenne di Olbia, Gianpaolo Demartis. I fatti sono avvenuti ieri, quando i carabinieri sono intervenuti in periferia nel centro abitato perché stava seminando il panico per strada in via San Michele, dove avrebbe anche provato a entrare in alcune case. La vittima viveva a Olbia, era nato a Sassari e originario di Bultei.

Al momento del loro arrivo, i carabinieri si sono avvicinati ma era difficile fermare Demartis, motivo per cui hanno deciso di usare il taser. Durante il trasferimento in ambulanza, però, il cinquantasettenne ha avuto un arresto cardiaco ed è morto, nonostante i tentativi di rianimarlo del personale sanitario. Stando alle prime informazioni, avrebbe già avuto in precedenza delle patologie a livello cardiaco.

Ci saranno accertamenti della Procura e dei carabinieri. Demartis era fuori controllo, i carabinieri non avrebbero avuto molte alternative. Il decesso ha reso necessaria l’apertura di un'inchiesta. Negli anni ha avuto per qualche periodo un'attività commerciale in via Zanfarino a Sassari, dove vendeva prodotti tipici sardi. Il suo avvocato, Marco Manca, dopo una condanna per spaccio di droga aveva chiesto l'affidamento in prova. Si sarebbe trovato a Olbia per visitare dei parenti.

Secondo quanto ricostruito dal Sic (Sindacato Indipendente dei Carabinieri) la vittima, nonostante i ripetuti inviti a calmarsi, si è scagliata «con inaudita violenza» contro i militari, colpendo uno di loro al volto e causandogli lesioni tali da richiedere il trasporto in ospedale. Di qui l’utilizzo del taser: quando era a terra, prima che venisse caricato in ambulanza, erano arrivati dei parenti.

Ad avviso del Sic gli uomini dell’Arma hanno agito «con professionalità, attenendosi alle procedure operative previste in occasione di intervento nei confronti di soggetti che versano in grave stato di alterazione psicofisica e che pongono in essere comportamenti altamente pericolosi». Il segretario nazionale Luigi Pettineo ha offerto immediata assistenza psicologica e legale ai colleghi e chiederà l’attivazione della tutela legale prevista dal pacchetto sicurezza, affinché i carabinieri non debbano sostenere alcuna spesa nell’esercizio del diritto di difesa nel procedimento penale.

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