Voli cancellati, ritardi estenuanti, centinaia di passeggeri sardi bloccati a Linate con l’assistenza ridotta al minimo. E nuovi problemi tecnici sugli aerei.

La continuità territoriale mostra altre crepe, ma questa volta a scatenare l’ennesima bufera sul sistema di trasporti è un guasto ai radar del nord Italia. Circa trecento sardi hanno trascorso la notte tra sabato e domenica a Milano: i più fortunati in aeroporto, gli altri sulle panchine dello scalo lombardo o addirittura per terra. I racconti dei protagonisti sono carichi di rabbia. Sia per aver dovuto mandare all’aria i propri piani – vacanze, appuntamenti di lavoro, visite mediche e tanti altri motivi più o meno importanti che riempiono gli aerei della continuità territoriale – a causa del guasto, sia per l’assistenza ricevuta.

A protestare per i disagi sui voli non è più solo il centrodestra; adesso pure la maggioranza mette sulla graticola Aeroitalia che «si è dimostrata impreparata a garantire l’assistenza minima ai passeggeri», ha tuonato il Pd. «La cosa incredibile è che nella notte del guasto ai radar, senza che venisse fornita alcuna comunicazione a chi era rimasto a terra, la compagnia ha inviato un aereo, tornato in Sardegna vuoto non trovando nessuno ad aspettarlo».

Quanto è bastato per convertire in urgenza il tema della proroga sulla continuità territoriale: a leggere gli affondi dem, ma anche quelli dei Progressisti, non è più scontato che sia Aeroitalia a ottenere in automatico il compito di garantire per altri sei mesi, sino ad aprile 2026, il diritto alla mobilità dei sardi (del resto il nuovo bando, quello della svolta secondo gli annunci del M5S, non è pronto). «Qui non ci sono i margini minimi per concederla», ha detto il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus. «In tanti anni di Continuità non ricordo un servizio simile».

Tutti i dettagli negli articoli di Michele Ruffi e Alessandra Carta su L’Unione Sarda in edicola e sull’app.

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