Sit-in contro il centro Hiv spostato, il neocommissario dell’Aou: «Mai contattato, voglio incontrare i pazienti»
Vincenzo Serra, insediatosi lo scorso 5 maggio: «Sono dispiaciuto, insieme possiamo trovare le migliori soluzioni per garantire un servizio efficiente»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Il commissario dell’Aou di Cagliari, Vincenzo Serra, neo insediato, apprende con dispiacere la notizia dell'iniziativa della Lila, in quanto mai contattato da alcuno sul tema contestato e si dichiara disponibile, in qualsiasi momento, a incontrare i pazienti e raccogliere le loro valutazioni, con l'obiettivo di trovare le migliori soluzioni per garantire un servizio efficiente».
Così in una nota l’Aou risponde alla chiamata alle armi di Lila Cagliari contro la gestione del trasferimento del centro HIV, che da settimane costringe chi è in cura a spostarsi tra due presidi ospedalieri, separati da otto chilometri, per visite e ritiro dei farmaci. Una protesta in piazza è prevista per domani, lunedì 19 maggio, dalle ore 11, davanti all’ospedale San Giovanni di Dio con pazienti, attivisti e cittadini.
«Il sistema sanitario è, in tutta Italia, sottoposto a pesanti criticità di varia natura – replica Serra che dal 5 maggio si è insediato negli uffici del San Giovanni di Dio in sostituzione di Chiara Seazzu, direttrice generale uscente - Per questo, mantenere un continuo dialogo tra le aziende e le associazioni è una delle strade per ridurre i disagi e migliorare la qualità dell'assistenza erogata».
La protesta punta a ottenere l’erogazione della terapia direttamente nell’ambulatorio del San Giovanni di Dio, dove il centro è stato trasferito dal Policlinico Duilio Casula «senza preavviso né comunicazione ai pazienti», spiega Brunella Mocci dell’associazione. Lo spostamento, avvenuto nel giro di 48 ore alcune settimane fa, ha creato disorientamento e difficoltà logistiche per centinaia di persone. Alla mobilitazione hanno aderito anche il Tribunale per i diritti del malato, l’associazione Arc e Cittadinanzattiva, mentre una petizione online ha superato le 400 firme in meno di cinque giorni.
(Unioneonline)