Un altro incontro, ma la firma dell’accordo integrativo per la medicina generale non c’è stata. Si continua a discutere, e la riorganizzazione delle cure di base nel territorio – dalle Aggregazioni funzionali territoriali agli incentivi concreti per i professionisti che accettano di aprire un ambulatorio nelle zone disagiate – continua a subìre rinvii.

Restano nodi da sciogliere, in particolare sulle Case di comunità, sulle liste d’attesa, sui Pronto soccorso e sull’assistenza domiciliare agli ultrasessantacinquenni.

La Regione fa richieste inaccettabili, secondo i professionisti; tra le sigle al tavolo delle trattative non sempre c’è sintonia; mentre l’Associazione dei medici di medicina generale della Sardegna, un gruppo autonomo che non fa parte di nessun sindacato, annuncia una manifestazione mercoledì alle 11 sotto il palazzo del Consiglio regionale, «per evidenziare le condizioni lavorative alla luce del nuovo contratto nazionale e del prossimo integrativo, e il sovraccarico burocratico».

L’articolo completo di Cristina Cossu su L’unione Sarda oggi in edicola e sull’App Digital 

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