«Sì, sono un po’ triste. Il Papa avrei preferito incontrarlo da vivo, ma almeno possiamo andare a salutarlo». Andrea ha 14 anni. È di Perfugas. Al telefono parla da Olbia, dove ieri 1.600 ragazzini sono partiti alla volta di Roma. Doveva essere il Pellegrinaggio degli adolescenti nell’anno del Giubileo. Un’occasione di fede. Ma la morte di Bergoglio l’ha trasformata in un appuntamento con la storia. Domani quella carovana di giovanissimi vedrà sfilare a Roma la bara di Jorge l’argentino. Il 266° pontefice della Chiesa cattolica che ai ragazzi ripeteva sempre di «non perdere la capacità di sognare» e li incitava «a non farsi rubare la speranza».

Il viaggio

La carovana sarda per Francesco – hanno tutti tra i 13 e i 17 anni – prende forma nel piazzale della Stazione marittima gallurese in un pomeriggio dove tira vento. E si sente. Il presagio del mare un po’ mosso è nell’aria, ma c’è anche tanta euforia. Le cime della nave si sono staccate dalle banchine alle 22.30. «Per i funerali del Papa è importante esserci», continua Andrea, con il candore dei suoi pochi anni. «Faremo il nostro Giubileo, per il quale ci prepariamo da mesi. Ma abbiamo modo di conoscere una cerimonia antichissima. Sappiamo che ci sarà molta gente, siamo curiosi». Da Olbia sono partiti ieri anche quattrocento accompagnatori, gli animatori degli oratori, che hanno portato a duemila il conto dei biglietti staccati soltanto ieri per l’ultimo saluto a Bergoglio.

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