Le malattie cardio, cerebro e vascolari continuano a rappresentare la prima causa di morte in Italia (sono stati registrati 220.993 decessi nel 2019, quasi il 35% del totale), la prima causa di ricovero ospedaliero e si confermano tra le principali cause di invalidità insieme ai tumori.

Numeri preoccupanti

Si tratta di malattie che riguardano persone di ogni età e genere, ma interessano specialmente gli anziani - considerato che quasi l'80% dei pazienti ha più di 60 anni - e le donne, perché vivono mediamente più a lungo, ma anche perché hanno spesso segni e sintomi diversi e in molti casi sovrapponibili a quelli di altre patologie, cosa che può aumentare il ritardo diagnostico.

Anche il peso socio-economico associato a questo tipo di patologie è altissimo: ogni anno l'impatto sul sistema sanitario ammonta a circa 21 miliardi tra costi sanitari diretti e indiretti. Per queste patologie è necessario un Piano Nazionale. Sarà questa una delle richieste dell'Intergruppo parlamentare sulle malattie cardio, cerebro e vascolari, che è stato ricostituito con la nuova legislatura. Emerge in occasione di un incontro di Meridiano Cardio in Senato.

L’analisi

«Nonostante l'impatto sulla salute e sulla qualità della vita ma anche sul sistema economico e sociale - rileva la senatrice Elena Murelli, della Commissione Affari Sociali, che ne è promotrice - queste malattie sono state troppo a lungo ai margini dell'agenda della sanità. Anche in questa legislatura il Parlamento intende fare la sua parte. Il primo impegno sarà la richiesta di istituire un Tavolo di lavoro ministeriale, aperto alle più importanti società scientifiche, alle associazioni pazienti e agli esperti, per elaborare un Piano Nazionale per queste patologie, anche guardando agli esempi di altri Paesi europei, come la Spagna».

Il memorandum

Questa proposta è ribadita anche all'interno del Paper di Meridiano Cardio. «Abbiamo individuato 6 ambiti prioritari su cui agire - rileva Daniela Bianco, Responsabile Area Healthcare The European House Ambrosetti - tra cui Prevenzione primaria e secondaria e diagnosi precoce, Accesso all'innovazione, Aderenza terapeutica, Telemedicina e altri strumenti di sanità digitale, Continuità di cura tra i setting assistenziali e Coinvolgimento ed empowerment dei pazienti: per ognuno sono stati individuati obiettivi e azioni concrete da realizzare».

Red. Ins.

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