L’irruzione avviene con il tatto felpato dei Carabinieri. L’auto d’ordinanza non dispiega le sirene quando parcheggia sotto il municipio di Arbus. Il fragore della notizia, però, è dirompente. Gli uomini dell’Arma bussano nella casa comunale quando i titoli sullo sfregio nell’eremo di Piscinas hanno già da ore varcato le rotative. Non hanno bisogno di mandato per accedere agli atti, tantomeno di richiesta d’accesso ai documenti di Palazzo. L’ingresso in uniforme ha un obiettivo prestabilito: «fascicolo Piscinas». I carabinieri del nucleo di Villacidro, in stretto contatto con quello investigativo provinciale, quando entrano in azione, sanno dove andare a cercare. La pratica è dispiegata sul tavolo di un amministratore che controlla gli atti dopo l’inchiesta del nostro giornale.

Poche parole

Il nucleo di Villacidro non deve usare molte parole: dobbiamo acquisire l’intero fascicolo del cantiere di Piscinas, quello relativo all’albergo “Le Dune”. Il passaparola negli uffici comunali è come la pallina di un flipper, rimbalza ovunque, senza regole. Un passaggio obbligato, quello dell’acquisizione del fascicolo del cantiere, dopo che sono emerse anomalie che riguardano prima di tutto il principale elemento di questa vicenda: non si tratta di un normale cantiere ma di un edificio sottoposto nientemeno che a tutela monumentale. Un po’ come aprire un cantiere al Colosseo. Le immagini aeree che abbiamo pubblicato sono la prova evidente di quanto sta accadendo in quell’oasi mistica tra dune e miniere, selvaggia quanto basta per essere unica ed esclusiva. Testimonianze impresse sui giga di una foto che impressionano anche un profano. E’ per questo motivo che la visita in municipio dei carabinieri non aveva bisogno di interpretazioni. La conferma del blitz arriva direttamente dai vertici dell’Arma. «Abbiamo acquisito i documenti relativi al cantiere di Piscinas», recita una laconica ma dirompente comunicazione dei carabinieri. Bocche cucite sul mandante dell’acquisizione, idem sull’esistenza di un’indagine sul cantiere.

Fascicolo monumentale

Per adesso la notizia è racchiusa in un titolo: acquisizione fascicolo. Non sono poche le verifiche da fare nei documenti “prelevati”. Dal rispetto del vincolo monumentale a quello altrettanto delicato delle date relative al cantiere. Su quest’ultimo passaggio si tratterà di capire chi, e se, avrà rilasciato una proroga all’autorizzazione del 5 febbraio del 2016. E’ evidente che l’inizio dei lavori deve essere certificato da un sopralluogo e relativo verbale e deve essere avvenuto entro un anno, pena decadenza, del titolo autorizzativo. Qualcuno si sarà assunto la responsabilità di dichiarare l’inizio dei lavori già nel 2017? Non si tratta di un passaggio formale. L’apertura del cantiere, in base alla norma, deve essere visibile e rilevante. Non semplicemente una dichiarazione proforma. Si tratterebbe, se ci fosse una relazione in tal senso, di un’affermazione in totale contrasto con quanto dichiarato negli atti di cantiere che parlano dell’inizio lavori fissato per il 12 ottobre del 2020 mentre per il finanziamento milionario di Invitalia si parla di inizio lavori previsto nel 2018. Incongruenze dalle quali si dovrà valutare la stessa validità delle autorizzazioni rilasciate dal Comune di Arbus.

Carte veritas

Nelle carte in possesso dei carabinieri c’è, poi, la questione ciclopica del bene monumentale riconosciuto come tale nel 1984 dal ministero dei Beni culturali. Un passaggio insuperabile. L’applicazione delle leggi di tutela ha sempre escluso, per quella tipologia di beni, la possibilità di modificare facciate e sagome esterne degli edifici, oltre a vietare incrementi volumetrici. Si tratterà di capire chi ha deciso di violare, e perché, quel vincolo monumentale. A tutto questo si aggiunge un ulteriore passaggio relativo al fiume di denari trasmessi da Invitalia per l’operazione di Piscinas. La richiesta di finanziamento da parte della società di Luigi Antonio Caccamo, “Le Dune services srl”, alla società di Domenico Arcuri, l’ex commissario Covid, è datata 10 giugno 2015. Una domanda di fondi milionari presentata quando ancora non esisteva alcuna autorizzazione a stravolgere quel bene.

Delibera revocata

Tutti passaggi che, adesso, saranno al vaglio del nucleo dei carabinieri che, di fatto, hanno prelevato, senza preavviso, un fascicolo pesante. In quel carteggio, però, mancano di certo le delibere della Giunta regionale, quella del primo aprile del 2020 e soprattutto quella di nove giorni dopo. Passaggi chiave per capire come sia stato possibile che Invitalia abbia agito senza nessun input regionale visto che la delibera del primo aprile, con la quale si riconosceva «il preminente interesse generale e la rilevanza regionale degli interventi», di Piscinas e di un nuovo insediamento a Castiadas, è stata clamorosamente revocata dal presidente della Giunta regionale in persona.

Niente convenevoli

Revoca argomentata senza troppi convenevoli per un progetto di 23,8 milioni di euro. Negli atti di Invitalia, poi, spunta una clausola a dir poco sorprendente: «La mancata realizzazione di uno dei due (Piscinas e Castiadas, ndr) comporta la decadenza dell'altro e risulta oramai prossima la scadenza dei termini concessi per la realizzazione degli interventi». La revoca della delibera regionale del 10 aprile, però, prende le distanze senza mezzi termini dall’intera operazione Invitalia: «La scelta di presentare un'unica domanda collegando le due iniziative, per quanto profondamente differenti, è ascrivibile esclusivamente all'istante e non può in alcun modo impegnare l'Amministrazione regionale, tanto più che la valutazione dell'avvio di tale iniziativa, in un momento di particolare e grave emergenza sanitaria quale quello attuale, non riveste un carattere di preminente interesse pubblico e meriterebbe, comunque, ulteriori approfondimenti alla luce del contesto turistico-ricettivo in cui si collocano le iniziative suindicate».

La bocciatura

Nella delibera di revoca in autotutela c’è, poi, la bocciatura senza appello dei due interventi anche sul piano paesaggistico: «In attesa dell'approvazione di una coerente disciplina urbanistica e paesaggistica di carattere generale debba ritenersi prevalente l'interesse pubblico alla conservazione dei compendi paesaggistici ed ambientali, soprattutto costieri, rispetto al pur legittimo interesse privato a sviluppare i propri investimenti».

Dune agitate

Perché Invitalia ha erogato quei finanziamenti nonostante la revoca della delibera regionale? Il “caso Piscinas”, con tanti misteri, ora è nelle mani dei carabinieri. Dune agitate nell’eremo di Piscinas.

Mauro Pili

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