La beffa dell'Imu colpisce anche la Sardegna. Quattordici amministrazioni municipali dell'Isola hanno deciso un aumento di aliquota (rispetto a quella standard dello 0,4%) e ora 37 mila contribuenti residenti in quei 14 comuni rischiano di pagare una quota dell'Imposta municipale unica 2013 sulla prima casa. Per loro potrebbe scattare l'obbligo di far fronte a una mini-Imu. In pratica, nei Municipi che hanno aumentato l'aliquota dell'imposta oltre lo 0,4%, i cittadini rischiano di doversi fare carico del 40% dell'incremento dell'imposta (calcolato come differenza tra l'Imu ad aliquota standard, 4 per mille, e ad aliquota reale, cioè decisa dal Comune). Così ha stabilito - ovviamente a livello nazionale - il decreto legge approvato una settimana fa, proprio mentre si votata la decadenza da senatore di uno dei leader che proprio sulla cancellazione dell'Imu aveva basato l'ultima campagna elettorale, Silvio Berlusconi.

Con quel decreto si è appunto abolita la seconda rata Imu per le abitazioni principali non di lusso e per altre tipologie di immobili e si è fissato al 16 gennaio il termine per versare la "mini-Imu" sulla prima casa nei comuni che hanno aumentato l'aliquota standard. Ecco, allora, cosa succederà nell'Isola (fonte: Sole24Ore su dati Dipartimento delle Finanze), con gli importi poi calcolati dal Centro Studi L'Unione Sarda in un dossier dedicato.

COSì IN SARDEGNA - Non ci sono i capoluoghi di provincia, ma per Cagliari figurano Nurallao e Teulada. Nel primo l'aliquota è infatti al 4,50 per mille e nel secondo è al 4,25. Carbonia e Iglesias: a rischio Domusnovas (4,30) e Giba (4,50). Rischiano di dover mettere mano al portafogli invece, nel Medio Campidano, i cittadini di Barumini (aliquota al 5) e Serramannna (4,50). Per Nuoro è in ballo Macomer (4,50) mentre nella provincia di Olbia-Tempio sul banco degli imputati è salito Luogosanto (5). Nell'oristanese solo il Comune di Norbello ha ritoccato l'aliquota, ora al 4,20. Sassari fa il pieno: non in città, dove nulla accadrà rispetto allo scenario tracciato alla vigilia di un auspicabile nuovo intervento del Governo, quanto ad Alghero (4,50), Benetutti (4,60), Ittiri (4,50), Ossi (5) e Porto Torres (5).

LA STIMA DEL CENTRO STUDI - Il decreto del Governo dovrebbe colpire quasi 37 mila contribuenti residenti nei 14 comuni sardi che hanno deliberato un aumento dell’aliquota standard. Già, ma a quanto corrisponderà l'esborso? Una verosimile dell’ammontare medio da versare a metà gennaio è di 9 euro circa a contribuente, variabile tra i 2 di Norbello e Teulada e i 13 di Porto Torres (differenze sono da imputare all’aliquota stabilita dal comune). La stima arriva dal Centro Studi L'Unione Sarda (elaborazione su dati Dipartimento delle Finanze), che ha calcolato a quanto corrisponderà la seppur piccola scure dell'Imu basandosi, spiega Lucia Schirru, "sulla differenza tra quanto versato nel 2012 dai contribuenti prima casa (supponendo si riferisca all’aliquota standard) e quanto si dovrebbe versare a gennaio con l’aliquota deliberata dal comune. Di questa differenza è stato calcolato il 40%, che corrisponde a ciò che i contribuenti dovrebbero versare e l’importo ottenuto è stato ripartito tra tutti i contribuenti che hanno pagato nel 2012". I calcoli non prendono in considerazione la numerosità dei nuclei familiari (quindi non vengono calcolate le detrazioni per figli a carico).

Ma non è tutto. Sempre sulla stessa base di calcolo e fatto salvo un intervento del Governo, secondo il Centro Studi il Comune che potrebbe incassare di più è Alghero, circa 130mila euro, seguito da Porto Torres (100mila circa), Macomer (30mila), Ittiri (oltre 26mila), Ossi (17mila), Serramanna (quasi 11mila), Luogosanto (quasi 5mila), Barumini (4300), Domusnovas (quasi 4mila), Benetutti (3700), Giba (2mila), Nurallao (2mila), Teulada (1700) e Norbello (700 euro).

CORSA PER EVITARE IL SUPPLEMENTO IMU - Il pressing dei partiti è forte e il Governo sta ora cercando di evitare la mini-stangata. Servono risorse fresche. "Il governo è al lavoro per evitare il pagamento della mini-Imu per il 2013", ha assicurato oggi il ministro Maurizio Lupi. "Non si deve pagare. Stiamo discutendo di 250 milioni e cerchiamo la soluzione. Il rischio è che questo pasticciaccio crei ulteriore sconforto". Quindi, ha continuato il ministro, "lavoriamo e verifichiamo se riusciamo a trovare le coperture per chiudere in maniera positiva e dare certezza".

Emanuela Zoncu (e.zoncu@unionesarda.it)
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