Una famiglia con due bambini e auto al seguito che vuole fare una vacanza in Sardegna dopo Ferragosto deve mettere in conto una spesa minima di oltre 1.300 euro.

Lo afferma Adiconsum Sardegna, sottolineando il tema delle vacanze salatissime per gli italiani e ponendo l’accento sui prezzi dei trasporti, cresciuti esponenzialmente quest’anno (assieme a quelli di altri beni e servizi), trainati dai rincari sui carburanti.

I collegamenti con l’Isola possono raggiungere uno stipendio mensile di un lavoratore medio. L’associazione dei consumatori ha realizzato un’analisi sulle tariffe di alcune rotte estive molto utilizzate.

Ipotizzando di partire la sera del 16 agosto arrivando a destinazione la mattina successiva, e tornare sabato 24 agosto, il collegamento più caro è senza dubbio il Civitavecchia-Olbia: «Se si sceglie la sistemazione in poltrona all'andata e il posto libero al ritorno, una famiglia con due bambini e auto al seguito deve mettere in conto una spesa minima da 1.324 euro, che sale a 1.640 euro se si opta per una cabina interna. Nelle stesse date per la tratta Genova-Olbia in cabina interna il costo del biglietto è di 1.483 euro».

Ancora: Genova-Porto Torres con andata in cabina e ritorno in poltrona 1.323 euro, 1.190 con ritorno in posto libero; Piombino-Golfo aranci, andata e ritorno in cabina, 1.094,50 euro.

«Non bastava il caro-voli, il caro-autonoleggio e il caro-taxi: all’elenco si aggiunge a buon titolo anche il caro-navi, per completare il quadro terribile dei costi dei trasporti per la Sardegna e in Sardegna - commenta il presidente di Adiconsum Sardegna, Giorgio Vargiu – La situazione appare quanto mai allarmante, con l’esplosione di tariffe non giustificate da un reale aumento dei costi per la produzione del servizio di trasporto navale. Dai dati emerge che il trasporto marittimo non è un mercato sano e concorrenziale, e che le tariffe sono livellate verso l’alto. Le compagnie sfruttano l’attrattività della Sardegna per aumentare il prelievo dalle tasche di coloro che vogliono trascorrere le vacanze sull’isola e, così facendo, diminuiscono il budget a disposizione delle famiglie da spendere nelle attività economiche della Sardegna, con immensi danni per tutte le attività locali».

(Unioneonline/L)

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